In rue Bonaparte, sede del Beaux-Arts de Paris, la folla è davvero delle più grandi che abbiamo notato in questi giorni parigini tra una fiera e una mostra e un’altra: è merito di OFFprint. La fiera dell’editoria indipendente torna qui, come da tradizione, e da tutta Europa e non solo porta in scena edizioni limitate, libri rari, stampe che partono dai pochi euro ai 500 e più, e quel che c’è di buono è che sono davvero esclusi dalla fiera i venditori di “gadget”: niente spilline, borsine o affini: una bella kermesse, come si deve, su prodotti di nicchia e d’autore.
Certo, a volte le pubblicazioni sono ben lontane dall’essere libri nel senso comune del termine: con i vecchi stampati hanno in comune solo la carta, ma spesso siamo di fronte a veri e propri esempi di libri d’autore, più che di artista, dove la grafica è forte, dove gli indici sono opzionali, dove troviamo immagini di qualsiasi genere, in barba alle vecchie regole dell’alta risoluzione. OFFprint, insomma, si conferma come il salone per l’avanguardia inchiostrata, e tra i tavoli scopriamo qualche particolarità.
Ci sono per esempio le edizioni Jean Boîte che propongono i risultati di una ricerca su #artselfie realizzata da Douglas Coupland, che contiene anche una conversazione con i curatori della Biennale di Berlino, DIS, e Simon Castes, su quelli che sono gli effetti per immagini della pratica di scattarsi nelle opere d’arte, con immagini raccolte ovviamente da Instagram.
E poi c’è Kodakrome di Luigi Ghirri. Sembra assurdo che un progetto dei primi anni ’70 trovi spazio qui, e invece molti sono gli editori che l’hanno bene in vista. C’è anche Choisi di Lugano, che ha un’edizione originale, a mille e 200 euro, e da qui ci raccontano che il movimento – di collezionisti – a OFFprint è decisamente buono. Un altro bel libro dal tema italiano si chiama Amore e Piombo: è edito da AMC2 e ha vinto lo scorso anno il Kraszna Krausz come miglior volume fotografico dell’anno. Tra le pagine si passa dall’avanspettacolo alle stragi, in scatti tutti realizzati negli anni ’70 da reporter a volte decisamente poco noti. Una ricognizione incredibile delle nostre storie, messa in arte. E – come abbiamo già sottolineato in occasione dei volumi premiati a Paris Photo – anche qui la carta mantiene il suo immenso potere comunicativo. E poetico.