Sarà Parma la capitale italiana della cultura del 2020, succedendo a Matera, capitale Europea della cultura del 2019, e a Palermo, capitale italiana del 2018. Ad annunciare la scelta della giuria, presieduta da Stefano Baia Curioni, il ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, al termine della cerimonia pubblica nella sede del Mibact, a Roma. «Eravamo partiti con un po’ di scetticismo, ma questo è diventato un appuntamento importante, che ha reso possibili tante cose, soprattutto un percorso di crescita per la città che vince. E non solo per il milione che viene consegnato ma anche per tutti i progetti che gravitano intorno. In questo caso, la giuria ha scelto all’unanimità», ha commentato Franceschini. L’iniziativa è stata istituita nel 2014, nell’ambito del Decreto Cultura e tra gli obiettivi ha la valorizzazione dei i beni culturali e paesaggistici e il miglioramento dei servizi rivolti ai turisti.
La proposta della città emiliana ha superato quelle di Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. La candidatura ruotava intorno a un denso calendario di trentadue progetti che, partendo dallo slogan «La cultura batte il tempo», andranno a coinvolgere interpreti sia pubblici che privati, nella proposta di momenti di riflessione, approfondimento e conoscenza. Sette saranno i distretti che, diffusi in diverse aree della città, faranno da epicentro alle manifestazioni, divise secondo quattro direttive: cantieri, produzioni, rassegne ed esposizioni. A essere coinvolti, probabilmente, saranno anche Bernardo Bertolucci, Franco Maria Ricci e Giacomo Rizzolatti, nel comitato scientifico che ha redatto e presentato la candidatura della città. «Sono più emozionato oggi delle elezioni. Mi avete lasciato senza parole», ha commentato il sindaco, Federico Pizzarotti.
«Grazie ai sindaci, ai comitati promotori, ai membri della Commissione per la lealtà reciproca, il senso di amicizia, l’atmosfera che ha portato alla decisione», ha detto il presidente della Commissione, Stefano Baia Curioni, commentando i progetti presentati dalle città, che «sono stati messaggi in bottiglia che ci hanno raccontato la capacità delle nostre comunità. Una capacità di forza. Il tratto comune delle città è la loro voglia e capacità di riscatto. Dalle violenze operate sul territorio, dalla natura, dai processi esagerati di crescita urbana».