02 marzo 2018

Porte aperte per l’archivio Marcello Rumma. Presentato il progetto dedicato al grande gallerista

 

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Ottobre è il mese indicato come partenza per un articolato progetto che vedrà protagonista la figura di Marcello Rumma, «salernitano, pionieristico imprenditore culturale, editore e mecenate, ma soprattutto cittadino dell’arte», come lo ha ricordato Andrea Viliani, Direttore del Museo Madre, durante la conferenza di presentazione nella sala del Gonfalone del Palazzo di Città di Salerno, stesso Palazzo che, nel 1969, vide lo stesso Rumma presentare la Rumma Edizioni. Finanziato dalla Regione Campania e organizzato da SCABEC, con la cura della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e il Museo Madre, in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno, il Comune di Salerno e il Comune di Amalfi, l’Archivio Rumma aprirà le sue porte, diventando un bene pubblico e mirando alla realizzazione di strumenti di approfondimento e piattaforme tecnologiche innovative.
Inoltre, in occasione del cinquantesimo anniversario del progetto “Arte Povera + Azioni Povere”, che ebbe luogo ad Amalfi il 4, 5 e 6 ottobre 1968, curato da Germano Celant e diventato il manifesto dell’Arte Povera, la Regione Campania organizzerà una serie di eventi, in diversi luoghi. Un percorso che, partendo da Salerno, con giornate di studio organizzate con l’Università, passerà poi per Amalfi e i suoi Arsenali, con una presenza performativa degli artisti in dialogo con il pubblico, un po’ come avvenne nel ’68, giungendo infine a Napoli, per una grande mostra al Madre, fra opere e documenti, che dovrebbe andare avanti fino agli inizi del 2019, ha spiegato Viliani. 
Come sottolineato da Laura Valente, nuovo Presidente della Fondazione Donnaregina, l’intento non è solo d’archivio ma di indagine e ricerca, per ritracciare la memoria sia tangibile che immateriale, perché la «tradizione non è conservazione delle ceneri ma custodia del fuoco, come ricordava Mahler». Della stessa idea anche Lia Rumma, che si è definita una testimone appassionata di un miracolo culturale e che ha precisato che «non stiamo celebrando un evento del passato ma le radici di quel momento storico culturale che hanno prodotto il presente e il futuro». (Michela Sellitto)

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