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Quarantaquattro anni di attività, settantuno artisti, una galleria. E l’omaggio di una grande mostra in un’istituzione. Così il MAMbo celebra poco meno di mezzo secolo di passione, quel sentimento con il quale Ginevra Grigolo ha guidato lo Studio G7. Un’avventura non sempre facile e portata avanti con personalità, “A modo mio”, come recita il titolo della mostra che sarà visitabile negli spazi espositivi del museo bolognese fino al 28 maggio. Qui si alterneranno oltre 150 pezzi, per intessere il racconto della galleria. L’iniziativa si collega al progetto di valorizzazione di un importante anniversario, il quarantennale della prima edizione della Settimana internazionale della Performance, che si tenne nel giugno del 1977.
Impossibile elencare tutti gli artisti, che vanno a comporre la storia dell’arte contemporanea, tra diversi linguaggi e generazioni, da Marina Abramović a Bill Beckley, da Sol Lewitt a Giulio Paolini, da Mimmo Rotella ad Andy Warhol. Ma senza cronologie, perché il percorso espositivo rispecchia il gusto e le esperienze di Ginevra Grigolo: «Gli anni Settanta mi hanno vista abbracciare il multiplo nella sua totalità, amandone il concetto e la forma. Ho inaugurato con Pistoletto, ho raccontato la Pop americana ed inglese, ho conosciuto e dato spazio al gruppo dei torinesi, e poi ho cominciato un lavoro di personali dove la conoscenza dell’artista e la piena consapevolezza del suo lavoro sono state fondamentali per orientarmi al pezzo unico. Non si tratta di qualcosa di cronologico, è amore per l’arte e per quello a cui ho dedicato tutta la mia vita».