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La galleria diventa contenitore in grado di accogliere e mescolare diverse istanze. Siamo dentro la mostra nata dall’ultimo corso di pratiche curatoriali della Galleria A plus A di Venezia. Qui le opere di Whitney Claflin, Nick Mauss, Sophie Reinhold, Mark Van Yetter, Rochelle Goldberg, Miriam Yammad sono state sapientemente allestite grazie alla cura di Saim Demircan e dei partecipanti alla scuola internazionale di pratiche curatoriali.
Come si innesta il vetro tra fotografie, installazioni e pitture nate dalle suggestioni del libro di W.G. Sebald Schwindel. Gefuhle (Vertigo), usato come elemento cardine di una curatela limitrofa allo story telling? Lo fa occupando uno spazio tutto suo, che possa accogliere, per certi aspetti, le riflessioni stesse nate dalla mostra.
Per la Venice Glass Week 2018, infatti, la galleria innesca un dispositivo in grado di creare dialogo, confronto, relazione. Dalle 17.30 di ogni giorni, infatti, il desk di ingresso diventa un bancone da bar su cui posano i delicati e innovativi bicchieri in vetro di Jochen Holz e Laura Sattin. Ogni bicchiere corrisponde a un diverso cocktail, ideato dalla collaborazione di un designer, un artista, un curatore, un gallerista e un collezionista. Un modo per intrecciare relazioni e scambiare opinioni, tenendo tra le mani degli oggetti fragili e non comuni.
Jochen Holz, artista inglese di 25 anni, ha già accumulato una grande esperienza nel mondo del vetro, una pratica che presuppone rapidità e decisione. Laura Sattin, vicentina trasferitasi a Basilea, ha con Murano un legame già istituito da anni.
Il vetro in questo caso serve da grimaldello per avvicinare al contemporaneo anche chi non ne fosse già attratto. (Penzo+Fiore)
In home: Laura Sattin, Briccole. Photo Credits Giovanni Comparelli
In alto: Jochen Holz, Coloured, photographs by Angus Mill