È un testa a testa che non conosce tregua, quello tra Damien Hirst e Anish Kapoor. Certo, entrambi sono lontani dalle prime posizioni nella speciale classifica delle 1000 persone più ricche in Gran Bretagna, puntualmente stilata a maggio dal Sunday Times. In fondo si sa che l’artista è un mestiere avaro di soddisfazioni economiche e, infatti, sono gli unici del settore a giocare stabilmente nel campionato al quale tutti vorrebbero partecipare.
Damien Hirst si attesta alla 422ma posizione, migliorando il suo precedente piazzamento di 12 gradini. C’era da aspettarselo visto che, in questo ultimo anno, ha messo a tacere quanti lo davano per spacciato, spaccando letteralmente il mondo dell’arte con la titanica mostra a Palazzo Grassi e Punta della Dogana. Una miniera d’oro per l’ex YBA, visto che, grazie alla vendita delle opere, secondo il Times, ha raggiunto un patrimonio di 446 milioni di dollari. D’altra parte, non si poteva sortire un effetto diverso, contando che François Pinault, proprietario del gruppo di lusso Kering e dei due spazi veneziani, e la moglie, l’attrice Salma Hayek, che tutti ricordano per il ruolo di Frida Kahlo, sono i 26mi nella lista dorata, con una ricchezza stimata in 6,9 miliardi di dollari e un guadagno di 2,3 miliardi rispetto allo scorso anno.
Sembrerebbe un anno piuttosto magro per Anish Kapoor, che cade dalla 832ma alla 862ma posizione ma non è proprio così. L’artista nato a Bombay ha aumentato il suo patrimonio di più di un milione di dollari e a gennaio ha vinto il ricchissimo Genesis Prize, decidendo però di donare il milione del premio in beneficenza.
Degli altri artisti blu chip non c’è la minima traccia e, a memoria, non c’è mai stata ma lo spirito dell’arte aleggia comunque sulla classifica.
Al terzo gradino del podio troviamo infatti Leonard Blavatnik, che nel 2014 comprò il mammut di Damien Hirst per 15 milioni di dollari ed è tra i filantropi più generosi al mondo, insignito del titolo di Cavaliere dalla Regina in persona proprio per i suoi meriti. Blavatnik controlla conglomerati di società sparsi praticamente in ogni settore possibilmente lucrabile, dalle comunicazioni ai prodotti chimici, e si trova a casa in molti musei inglesi. La Tate Modern ha chiamato la sua nuova ala Blavatnik Building, dopo una donazione di 67 milioni di dollari, mentre il Victoria & Albert, a seguito di una più modesta elargizione di 6,7 milioni, gli ha dedicato solo la nuova entrata, la Blavatnik Hall.
Un’altra vecchia conoscenza dell’arte la ritroviamo stabilmente al 13mo posto con un patrimonio di 12,6 miliardi di dollari. Si tratta di Roman Abramovich, imprenditore nel ramo metallurgico e petrolifero, oltre che patron del Chelsea, tra le squadre più importanti della Premier League, ma che con i suoi tifosi inglesi non sembra avere più il giusto feeling, contando i pessimi rapporti tra l’Union Jack e la Grande Madre Russia di Vladimir Putin, al quale Abramovich è molto vicino. Grande collezionista di opere di Francis Bacon, Aleksandr Rodčenko e Lucien Freud, è il promotore, insieme alla moglie Darya Dasha Zhukova, di Garage, il grande spazio espositivo di Mosca.
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