Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
-
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
-
“Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente”. Era il 1915 quando i futuristi si raccontano con un nuovo manifesto. Si affidano “ai capricci della propria ispirazione”, esagerando di superlativi una riveduta versione dell’avanguardia che, conosciuta la guerra, rivolge ora la propria energia interventista su una ricostruzione universale, coloratissima e al contempo ordinata. Arte totale per migliorare il mondo. Come racconta Nicoletta Boschiero, curatrice della mostra insieme a Federico Zanoner, il Manifesto di Ricostruzione futurista dell’universo diventò l’occasione per realizzare e aprire officine creative, accompagnando i futuristi oltre la pittura nella sperimentazione di arredamento, moda, musica, danza, grafica e design.
Fu per primo Balla, nella sua romana Casa d’arte, a realizzare un piccolo totale universo futurista ridisegnando ogni dettaglio e oggetto d’arredo. Ma se Casa Balla non ha avuto – ahimè – un destino felice, il progetto di casa d’arte di Depero può dirsi oggi l’unico museo italiano dedicato al Futurismo. Qui la mostra Manifesto100 ripercorre la genesi di questa nuova fase futurista, raccontando gli incontri romani attraverso lettere e documenti originali, insieme ad opere, oggetti e fotografie rare. In mostra anche i bozzetti dei complessi plastici: composizioni tridimensionali costruite con materiali di recupero, macchine-oggetto futuriste che prevedevano l’interazione dello spettatore, e di cui rimangono soltanto disegni e modelli. Tra questi, il Ritratto della marchesa Casati di Balla, ricostruito dagli studenti del Liceo artistico Depero di Rovereto in occasione della mostra. Infine, ospite d’eccezione il futurista Umberto Maganzini, in arte Trilluci, di cui vengono presentati una serie di acquarelli esposti per la seconda volta dopo la mostra a lui dedicata nel 2012 al MAG, Museo d’Alta Garda. (Roberta Palma)