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“R.I.P.” lavora sul concetto di prenostalgia, la nostalgia che si può provare per qualcosa prima ancora che questa se ne sia andata. Non vi capita mai di fermarvi un secondo e accorgervi di quanto la vostra città stia mutando nell’assecondare questa celere evoluzione tecnologica?
In realtà non ci riferiamo ai cambiamenti di enorme portata, ma anche solo a quegli oggetti, luoghi o semplici elementi che si stanno lentamente estinguendo dal nostro tessuto urbano. A richiamare la nostra attenzione sull’ambiente quotidiano è l’artista Moronauta.
Questo lo pseudonimo con cui l’artista ha scelto di presentare il suo progetto RIP (acronimo di “Riposa in pace”), all’ex-cabina SIP (o Telecom) di Viale Brianza a Milano.
Lavorando al concetto di prenostalgia Moronauta ci invita a incuriosirci e prestare nuovamente attenzione all’ambiente che ci circonda. La cabina telefonica, elemento urbano ormai in via d’estinzione, dimenticato e ignorato dai più, diviene al contempo espediente ideale per fermarsi a riflettere sugli enormi mutamenti avvenuti nel campo della comunicazione dagli anni ’90 a oggi.
L’artista raccoglie i segni di questi cambiamenti nella narrativa della nostra esistenza, per poi restituirceli in luoghi e modi differenti in tutta la città, con la sigla RIP sempre ben riconoscibile. Quella di Viale Brianza è quindi la prima tappa di un progetto che si accosta ad altri interventi d’arte pubblica, e che andrà a toccare svariati angoli ignorati di Milano e forse di altre città italiane.
Una volta entrati nella cabina RIP si è come catapultati in un passato recente, scossi dalla coscienza di aver praticamente cancellato un tempo che ci è appartenuto; l’artista vi inserisce all’interno due pile di un metro e mezzo di elenchi SIP, 16 polaroid delle installazioni realizzate finora, un’ambientazione sonora che rievoca il rumore dei vecchi telefoni a gettoni e tre grandi insegne RIP. Tutto questo materiale documentativo, assieme al primo elenco/catalogo delle stesse foto, diviene inoltre metafora della stratificazione degli spazi pubblici, attraverso un conseguente processo di stratificazione di nomi, numeri di telefono, indirizzi e immagini delle varie cabine telefoniche. A questo punto, non rimane che aspettare il prossimo appuntamento del Moronauta, seguendo ogni suo passo sulla pagina facebook. Il nome? Non poteva che essere Prontopronto. (Elisabetta Rastelli)