07 febbraio 2003

Roma, l’invito alla mostra? Arriva sul telefonino

 

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Il sistema, diciamolo, non è affatto una novità assoluta. E si tratta probabilmente di un’idea presa in prestito al mondo discotecaro dei party e dei rave. Ma per il mondo dell’arte ci sembra una novità. Sfiziosa.

Stiamo parlando del giovanissimo gallerista romano Gianluca Lipoli che l’anno scorso ha aperto in un incantevole vicolo di Trastevere lo Studio Lipoli&Lopez dove intreccia arte plastica, design internazionale e videoarte. Lipoli ormai da alcuni mesi ha deciso di cavalcare l’onda dell’sms-mania e al classico indirizzario della galleria ha sostituito un database di numeri di cellulare. Addio grafico e tipografia per stampare l’invito, niente più francobolli, niente più poste, niente più -soprattutto- cartoncini giunti a destinazione il giorno dopo dell’inaugurazione. Il gallerista invia un sms il giorno dell’inaugurazione, con indirizzo, data e orario. Spesso omettendo, come ha fatto ieri stesso per il vernissage della mostra di ??? Asquini a cura di Raffaele Gavarro, il titolo della mostra. Per aumentare la curiosità.

Minori costi (con gli euro che si spendono per inviare un invito cartaceo si spediscono cinque o sei sms), consegna assicurata e velocità garantita. E nessuno può dire di non essere stato avvisato. Per una nuova forma di customer care dell’arte.




Studio Lipoli&Lopez, via della penitenza, per essere inseriti nell’indirizzario della galleria inviare un sms a questo numero 3356657148, sglipoli@katamail.com

4 Commenti

  1. non una grandissima novità. consideriamo che se li spediamo attraverso i portali libero o altro, i costi sono ancora minori. molto vicini allo zero.

  2. A me piace molto prendere gli inviti cartacei dalla cassetta della posta, dargli giusto un’occhiata e stracciarli fragorosamente pensando ai poveri galleristi che li hanno pagati, il grafico che si è ucciso per progettarli e l’artista sfigato che a questi cosi di carta affida tanti desideri.
    Quelli di Mazzoli li tenete presente? belli spessi e grezzi (li fa forse a sua immagine e somiglianza?) quelli è un piacere distruggerli.
    E quelli enormi di Giò Marconi? Farli in mille pezzi è uno spasso!!!
    Adesso poi ci si è messo anche quello di Lucca a farli enormi (forse vuole dirci che lui è più grande persino di Giò Marconi), quelli mi fanno tristezza, li spiegazzo e li butto così, senza badarci troppo. A me le brutte copie e i riferimenti non sono mai piaciuti.

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