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Dopo complessi lavori di restauro, la statua di Santa Bibiana torna ufficialmente nella sua chiesa, nel quartiere dell’Esquilino. La benedizione si è svolta mercoledì, 30 maggio, durante la Messa presieduta dal segretario generale del Vicariato, il vescovo Gianrico Ruzza.
L’opera fu realizzata da Gian Lorenzo Bernini, tra il 1624 e il 1626, su commissione di papa Urbano VIII, che aveva conferito all’artista, all’epoca ancora giovanissimo, anche l’incarico di ricostruire l’omonima chiesa dedicata alla santa. Mirabile esempio di virtuosismo barocco, con le vesti increspate e scosse dallo sgomento del martirio, la statua era stata pensata per una nicchia dell’altare centrale, contenente le reliquie della santa, della madre Drafusa e della sorella Demetria, ed esposta ai raggi del sole del primo mattino.
Grande clamore avevano destato i restauri a vista, eseguiti in occasione del suo spostamento per la grande mostra monografica dedicata a Gian Lorenzo Bernini e organizzata da Galleria Borghese. Durante i lavori, eseguiti dalla Cbc-Conservazione Beni Culturali con la sorveglianza della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, erano emersi particolari prima sconosciuti, come alcuni accorgimenti tecnici usati da Bernini e il corretto orientamento della statua, spostata di vari gradi rispetto alla collocazione originaria. Ci si è accorti anche di un pollice, staccatosi subito dopo la realizzazione e «incollato forse dallo stesso Bernini», ha spiegato il soprintendente Francesco Prosperetti che, pur entusiasta dei risultati dei restauri, ha puntato l’indice contro il degrado dell’area e «le vibrazioni causate dal trenino delle Laziali», colpevoli, insieme ad altri fattori, di arrecare danni strutturali al patrimonio della zona.
A proposito di dita, fu proprio durante la ricollocazione della statua, a mostra finita, che successe l’episodio dell’anulare della mano destra, staccatosi per un banale incidente.