Bianco Valente sono i primi della lista, in ordine alfabetico, a inaugurare l’inverno napoletano domani, con Atlas. Un’azione performativa e collettiva di 48 ore, all’ex opificio del Quartiere Intelligente, una grande struttura abbandonata nella zona di Montesanto, che oggi vuole rinascere e, contemporaneamente, far rivivere la zona attraverso l’arte e le relazioni con essa.
«Atlas – spiegano gli artisti- è la messa in moto di un processo: evadere dalla rigida dittatura del format e da istanze culturali di tipo settoriale, incrementare la frammentazione e la contaminazione trasversale tra saperi teorici e pratici, aprendo alla dinamica dell’incertezza e alla scoperta fortuita di nuove idee. Un evento dai confini sfumati in cui diversi livelli di attività interagiscono nello spazio creando flussi di immagini e suoni che si irradiano a partire dal /nel quartiere e nelle reti». Nei due giorni una serie di interventi con quattro piani di partecipazioni: quello degli spettatori, chiamati a intervenire a partire dalla visioni degli artisti, e quello dato dai mediatori culturali e dagli “agitatori”, tra i quali vi sarà anche la direttrice di Castel Sant’Elmo, Angela Tecce. Una babele per riscrivere quello che si cerca dalla creatività, dalla cultura, dalla voglia di riprendersi un posto in una città che mai come in questi giorni è ricca, a partire dalle gallerie più istituzionali.
Da Lia Rumma, come vi abbiamo mostrato nella nostra galleria facebook in occasione dell’opening, vi aspetta un “nuovo” Anselm Kiefer all’acquarello (e che non vi venga in mente di confondere la tecnica con la similitudine ad “acqua di rose”), oppure Bettina Allamoda con Geoffrey Farmer, in scena alla Morra Greco proprio da oggi, con una delle mostre che proseguono la joint venture tra la Fondazione e il Museo MADRE, Progetto XXI a cura di Jörg Heiser, e intitolate “Hybrid Naples: L’ordine delle idee deve procedere secondo l’ordine delle cose”. Un titolo nato da una riflessione sulla città partenopea intesa come monumento continuamente ricostruito fino a diventare una forma totalmente ibrida, una città in continuo mutamento, in grado di accogliere la diversità e la dissonanza piuttosto che procedere con un’omologazione sovradeterminata.
Da Fonti è invece il turno di Nicola Gobbetto, milanese classe 1980 alla sua terza personale in galleria, stavolta con “Bread & Cola”, omaggio al grande Nureyev partendo dalle caratteristiche professionali del grande ballerino (di cui decorrono i vent’anni dalla scomparsa) e associandole alla disciplina della danza. Galeotto per la costruzione della mostra un sogno dell’etoile confidato a Carla Fracci: il desiderio di tornare in Russia, salendo una scala di pane. Da Dino Morra è la volta di un altro italiano, Lamberto Teotino, con cinque nuovi lavori che muovono dalla ricerca (e manipolazione) della fotografia d’archivio. Vale la pena anche fare un giro da Alfonso Artiaco, con le pitture di Juan Uslé e i pezzi di Victoria Civera, inaugurate qualche settimana fa.
La prima visione per gli addetti ai lavori, al MADRE, sarà invece il prossimo 20 dicembre. Ancora una settimana dunque, prima di scoprire cosa ci hanno riservato il direttore Viliani, Laura Cherubini, Eugenio Viola ed Alessandro Rabottini, sia su Vettor Pisani che intorno al mood Per_formare una collezione. Insomma ne potrete vedere delle belle, senza troppi modi di dire. In una città che, nonostante tutto, è lo specchio lucente e affascinante di quell’ibrido sospeso tra bellezza e problemi.
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Il signore (o signora) che ha scritto questo pezzo doveva firmarlo, così io ed i miei colleghi galleristi che non siamo stati citati nell'articolo, potevamo informarlo in tempo sulle mostre che ci sono nei nostri spazi. In ogni caso mi pare che lo stesso Exibart abbia un servizio di informazione sulle mostre in corso in ogni città, mi chiedo perchè lo/la scrivente non lo ha utilizzato ?