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I suoi problemi di salute non erano segreti: lo scorso giugno infatti Enwezor (nato a Calabar, Nigeria, nel 1963 e naturalizzato statunitense) si era dimesso dal suo ruolo di direttore della Haus der Kunst di Monaco.
Già direttore artistico di Documenta 11, nel 2002, ruolo che lo aveva consacrato a livello mondiale e curatore della 56ma Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, nel 2015, aveva anche curato la seconda Biennale di Johannesburg nel 1997.
Al momento del suo addio a Monaco aveva dichiarato «Non c’è mai un momento buono per salutarsi ma sto andando via in un momento in cui la Haus Der Kunst ha raggiunto una importante posizione nel panorama dell’arte». Prima ancora, nel 1994, Enwezor era stato il fondatore della rivista “NKA: Journal of Contemporary African Art” insieme a Salah Hassan e Olu Oguibe.
La nomina del curatore nigeriano a direttore, fu considerata, a suo tempo, un gesto altamente simbolico, visto che si trattava della prima persona di origini africane a ricoprire un incarico del genere, nel museo costruito tra il 1933 ed il 1937, per volontà di Adolf Hitler.
Okwui Enwezor è stato curatore della Biennale Arte 2015, momento importante di una carriera che l’aveva visto riconosciuto tra i più qualificati del tempo presente. La sua grande apertura verso gli artisti del mondo, il suo grande senso di responsabilità da curatore e il suo coraggio nel proporre e difendere le ragioni dell’Arte, sono stati sempre elementi ispiratori del suo lavoro, che è stato svolto in ogni occasione con grande onestà intellettuale e una raffinata capacità di analisi e di scelta. Paolo Baratta, a nome di tutta la Biennale di Venezia, lo rimpiange con sincero dolore. Nella storia della nostra mostra sarà sempre ricordato.