22 gennaio 2003

Scoop, è nato un nuovo modo di recensire le mostre

 

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Ebbene sì. E’ nato un nuovo modo di recensire le mostre. Innovativo, fresco, incisivo. Già Artforum, Frieze e Parkett si stanno adeguando. La new wave del giornalismo d’arte ha degli ingredienti precisi: sostanziale ignoranza del mondo dell’arte; frasario ciancicato; utilizzo rigoroso della prima persona. Ma la caratteristica principale di questo nuovo ismo letterario è ben altra: il critico deve visitare la mostra solo quando è chiusa e mezza smontata, convincendo il custode, l’assicurazione-danni e l’asl a farlo entrare costi-quel-che-costi! E una volta entrato? Una volta entrato questo novello Germano Celant deve trasformarsi pari pari in Alice nel paese delle meraviglie. Deve sorprendersi ogni volta che incontra un’opera, si deve circondare di artisti che lo salutano attraverso i loro quadri e deve passare in padiglioni che chissà cosa nascondono.

Il primo articolo di questa nouvelle vague non è uscito, nonostante il nostro impegno ad essere sempre i primi su tutto, in Exibart. E’ il giovane portale Teknemedia ad avere l’esclusiva assoluta. Ci hanno fregati. Non abbiamo osato copiare in questa speednews il rivoluzionario testo in questione: è coperto da severissimi copyright internazionali e interplanetari. Ma non perdetelo! E poi, se volete, tornate qui a commentare questa sconvolgente ed affascinante novità che abbiamo scovato per voi.

ESCLUSIVO cliccate qui

[exibart]

19 Commenti

  1. Ho sempre desiderato visitare una mostra smantellata, chissà che emozione. Peccato non essere arrivati primi, o sarebbe meglio dire ultimi!!

  2. in effetti si tratta di uno dei peggiori articoli che abbia mai letto, ha pure sbagliato a scrivere il cognome di Robert Rauschenberg, insomma, come diceva un personaggio di “Troppo Forte” (regia di Carlo Verdone): “In vita tua hai letto solo ‘na schedina, e quanno l’hai copiata l’hai pure sbajata!”

  3. Per la verità non mi sembra nè un articolo nè una recensione, ma un tema di terza media scritto da uno studente che, per la prima volta, s’imbatte in opere di arte contemporanea.
    Più che pietoso!

  4. Che impatto sociale, la trasformazione della critica d’arte in poesia di strada, il sogno riecheggia nella patta dei miei pantaloni, e come monco di emozioni continuo a guardare le opere alle innaugurazioni!

  5. l’articolo è pietoso, d’accordo. però non esageriamo. in fondo internet è anche uno spazio libero in cui si ha anche libertà di linguaggio. non vi accanite. domani un articolo così è già dimenticato. che per chi l’ha scritto è peggio che essere insultato. take it easy. 1Q

  6. Direi, al contrario, che la redattrice ha descritto efficacemente l’unico tipo di esperienza che è consentito vivere quando si visita una videoinstallazione, che non consiste nello stare immobili a guardarla fighettamente tenendo Flash Art sotto il braccio 😉
    Dov’è il problema, nell’uso della prima persona? e dài… un ritorno allo stile impressionistico-valutativo, che ogni tanto può anche far piacere.

  7. Lo scoop si qualifica da solo.
    Prescindendo la discutibile qualità dell’articolo additato, perché
    questo inutile sarcasmo? Il diritto di esprimere le proprie opinioni
    non ammette quel cattivo gusto che comunica solo carenze professionali.
    E immaturità.

  8. A rigor di logica si dovrebbero inserire piece spassosi anche quando altre entità recensiscono bene. Se vale per gli articoli “buffi”, allora dovrebbe valere anche per quelli degni di nota. Troppo semplice sputtanare gli altri. Si potrebbe fare se si elogiassero quando fanno le cose per bene. ed invece non si fa. Allora scusatemi ma questo spasso diverte solo quei quattro gatti che hanno deciso di farci una speednews. ma per favoreeee

  9. ma perchè prendere in giro sta ragazzetta? insomma il problema non è il suo modo “ingenuo” di recensire, il problema è di chi ha pubblicato la sua rece!

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