13 maggio 2016

Segni e colori dell’interiorità. Il carcere minorile di Nisida, a Napoli, apre i suoi spazi all’arte contemporanea

 

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Una cella d’isolamento nel carcere minorile di Nisida diventa spazio espositivo per “Never Give Up”, mostra di Annalaura di Luggo, a cura di Guido Cabib. 
La cella è stata ricostruita a misura reale dall’artista e sulle pareti sono disposti dieci ritratti fotografici di occhi. Negli spazi tra le opere corrono dei pensieri scritti. Tutti gli elementi che compongono l’intero ambiente sono i segni di un’operazione performativa, mirata a coinvolgere i soggetti scelti per il ritratto, in un’esperienza di scoperta e svelamento di se stessi. 
La mostra è il momento conclusivo di “Occh-IO/EYE-I”, progetto performativo-fotografico nato da una ricerca iconografica che l’artista ha avviato già da tempo, per cogliere e restituire in forma amplificata un aspetto peculiare dell’identità, quello dell’occhio, per evocare la singolarità di cui è portatore ciascun individuo. Infatti, l’iride, fotografata con una particolare macro attrezzatura, rivela la sua complessità, differente tra ogni individuo. Le tinte con cui solitamente si descrivono gli occhi, qui si dissolvono tra la poliedrica diversità di galassie di segni che si articolano in complicati geometrismi entro cui divagano sfumature di colori. 
L’artista ha costruito, insieme a dieci detenuti, un percorso interiore verso la scoperta della propria bellezza, secondo una prassi performativa e attraverso domande dirette che hanno condotto il soggetto a eliminare qualsiasi barriera con il suo fotografo, che è divenuto un confessore segreto, stabilendo un alto grado di empatia. Così, Di Luggo è potuta entrare dalla porta dell’occhio e fotografare la stanza interna della memoria, segni e colori che mappano l’immaginario reale e fantastico di cui lo sguardo è stato protagonista. 
Un inno alla diversità, che trova la sua urgenza all’interno di una società che tende alla massificazione e che fa riflettere sull’umanità più profonda, senza distinzione di razza, di classe, di religione e di cultura. Ognuno la possiede in quanto uomo e quindi non ci sono esclusi. Mai più ultimi. (Marcello Francolini)
Sopra: Annalaura di Luggo, Never Give Up, veduta dell’installazione. Foto di Bledar Hasko 

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