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“Quello che vedete non è ciò che si vede, quello che vedete non significa quello che pensate”. L’assunto sarà anche vecchiotto, quasi banalmente duchampiano, ma è l’applicazione che è straordinaria. Come molti degli interventi di Ai Weiwei, l’architetto-artista cino-americano noto anche per il suo impegno per i diritti civili in Cina, con code poliziesche/ospedaliere…
È lui infatti l’autore dell’installazione scultorea, allestita da oggi fino a maggio 2011 per le Unilever Series della Turbine Hall, alla Tate Modern londinese. Di che si tratta? Di una letterale inondazione di quelli che sembrano semi di girasole, e lo sono, salvo che sono realizzati… in porcellana. 100 milioni di oggetti, e – quel che è ancor più sorprendente, e che introduce una riflessione di “secondo livello” – non realizzati industrialmente, ma tutti pezzi unici, opera di centinaia di abili artigiani. Se siete in partenza per Frieze, un passaggio a Southbank è d’obbligo…
link correlati
www.tate.org.uk
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[exibart]