ViaPal, l’appuntamento mensile della Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, si svolge questa volta nel cortile del Rettorato dell’Università degli Studi, in via Belenzani 12, il prossimo 29 giugno, dalle ore 21.00, e tocca il tema Il confine delle identità. Tema ampio, quasi onnicomprensivo, che tuttavia viene sondato solo sul versante dell’identità genetica, anche perché svolto in collaborazione con la Kunsthaus di Merano dove è aperta la mostra DNArt, fino all’8 settembre. Al solito si gioca sulla mescolanza tra le arti: video, performance, interventi poetici e musicali, anche se in questo caso gli artisti visivi la fanno da padroni.
Presenza d’eccezione è l’artista Greta Frau: artista enigmatica, che non si mostra mai direttamente bensì attraverso le sue “trance”, ossia le sue ex compagne di scuola che costituiscono la setta da lei fondata per la divulgazione della bellezza. La leggenda vuole che Greta Frau sia una tedesca giunta oltre un decennio fa in vacanza in Sardegna, dove ha deciso di stabilirsi una volta rimasta paralizzata per un incidente stradale. Questa donna misteriosa si manifesta attraverso ritratti delle sue compagne di scuola (tutte tipiche collegiali tedesche con crocchia, grembiule nero, bavero bianco e volto impassibile); oppure attraverso immagini fotografiche il cui protagonista è tuttavia un piccolo ometto vestito in abiti femminili; o infine – è il caso dell’intervento di ViaPal – con performance in cui una sua “trancia” trascrive sotto dettatura aforismi sulla bellezza.
Giovanna Ricotta, nota per gli interventi in cui impersona un essere clonato, propone la performance Falloavvenire : su un tavolo (bianco) due donne in accappatoio (bianco), si destreggiano con due palle da bowling (bianche), con dietro una scritta al neon (bianca).
La trentina Annamaria Gelmi mette in mostra An Gel Dy , una videoinstallazione in cui tra due cornici alternativamente scorrono e si espandono due poesie di Dylan Thomas composte entro forme romboidali.
La molisana Caterina Notte con una videoinstallazione su tre monitor riprende il tema del romanzo di Morselli Dissipatio H.G .: l’artista rimasta sola con una sua immagine tenta l’unica conversazione possibile con il suo doppio.
La veneziana Delfina Marcello nel video Bon appetit trasferisce la sua identità su una bambola Barbie, che prima l’artista procrea e poi mangia a pezzi.
Katia Bernardi con la videoperformance inout scava letteralmente dentro di sé, attraverso una videoinstallazione basata sul suo intervento all’intestino ripreso dalla microtelecamera.
Costantino Ciervo , artista italiano residente a Berlino, nel video Pale-Iudea propone un taglio di grande attualità sul tema dell’identità: due gemelli, impersonati dall’attore Horst Guenter Marx, finiscono per essere separati dall’appartenenza a due diverse nazionalità e per combattere in schieramenti opposti.
La riminese Simona Palmieri presenta le folli visioni di una donna in Mad woman’s vision , attraverso una proiezione video quasi sognata e la presenza reale con un abito di piume bianche su un’altalena che volteggia nell’aria.
La veronese Giulia Zuanni, realizza la videoperformance Al di qua e al di là del telo , con le musiche originali di Garcia: la giovane artista si muove nascosta dietro un telo, con una telecamera a circuito chiuso che la riprende e ne trasmette l’immagine dalla parte degli spettatori.
ViaPal, come è noto, è anche un foglio edito da Nicolodi editore, che verrà presentato durante la serata da Luca Coser e Danilo Fenner. Questa volta contiene un’immagine fotografica di Robert Gligorov e una di Silvano Rubino per la courtesy della Galleria Lipanjepuntin di Trieste. Il testo scritto, sempre sul tema dell’identità, è di Eraldo Affinati.
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