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Oggi pomeriggio, al cimitero di Lambrate, a Milano, si svolgerà il funerale di Francesco Leonetti (Cosenza, 1924), morto a 93 anni di una vita spesa tra impegno politico e intellettuale e critica militante, noto per un febbrile attivismo condiviso con l’amico Elio Vittorini e altri autori come Pier Paolo Pasolini e Paolo Volponi.
L’eccentrico, poliforme, indomito e curioso Leonetti fu, prima di tutto, poeta, poi narratore, agitatore culturale e docente di Estetica a Brera a Milano, esegeta della ricerca artistica di Arnaldo Pomodoro e attore per Pier Paolo Pasolini, quando interpretò Erode, nel Vangelo secondo Matteo, il servo Laio, nell’Edipo Re, e diede la voce al corvo in Uccellacci e Uccellini. Ha pubblicato numerose raccolte di versi e opere tra narrativa e saggistica ed è del 1998 I piccolissimi e la Circe (Manni), un romanzo sui temi della funzione dei batteri e dei microbi. Raccontò il suo percorso intellettuale e umano nel libro La voce del Corvo. Una vita (1940-2001). Storie corte con garbugli pubblicato da DerviveApprodi nel 2001, scritto per mano di Veronica Piraccini. È stato tra i fondatori di riviste importanti come Officina (1955) e Che Fare (1968), Creta con Arnaldo Pomodoro e Roberto di Marco, dal 1979 Alfabeta, condivisa con Antonio Porta, Nanni Balestrini, Maria Corti e Umberto Eco. Tra le altre avventure intellettuali, lavorò a Menabò (1959), sulla quale pubblicò pometti, una commedia in versi, Il malpensante, oltre a numerosi interventi di critica militante. Fu anche tra i protagonisti del Gruppo 63. Nel Sessantotto, Leonetti fu tra le voci coinvolte nei dibattiti della nuova sinistra e nei secondi anni Novanta, inesausto e generoso come sempre, anima di una paradossale compagnia teatrale di artisti, in scena con Grazia Varisco, Fausta Squatriti, Emilio Isgrò e altri autori, contaminando arti visive con poesia, prosa e performance.
Addio Francesco la tua inquietudine, curiosità e prosa invettivale ci mancherà. (Jacqueline Ceresoli)