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Come annunciato, arriva un vero e proprio tour mondiale, come per le più note pop star, o per le star del cinema al momento del lancio di un film di successo. Ed un’accoglienza da star è infatti tributata a For the Love of God, il famoso teschio tempestato di diamanti realizzato da Damien Hirst, e valutato oltre 100 milioni di dollari. Che ora debutta per la sua tournée ospite nientemeno che del compassatissimo Rijksmuseum di Amsterdam, dove si contenderà le luci della ribalta con capolavori come La ronda di notte di Rembrandt. Il teschio, per il quale il museo ha approntato un’intera grande sala, sarà accompagnato da una serie di altre opere della collezione permanente del Rijksmuseum, fra le quali nature morte “in tema” ed altre con simbologie legate alla morte, con una mostra allestita in una sala adiacente e curata dallo stesso Hirst.
[exibart]
La Ronda di notte (Nachtwacht) è di Rembrandt e non di Velazquez… (prima nota di stupore).
Che dire, l’arte la si vuole affine alla moda nelle sue stereotipate scivolate commerciali.
Vogliamo chiamarlo degrado intellettuale?
Da pittore osservo atterrito.
è invece una risposta quella di hirst al progressivo avvicinamento dell’arte contemporanea con gli eventi del design. Per me estramamente contemporaneo.
Ma all’arte non occorre prostrarsi o ispirarsi al desing, bensì l’inverso.
L’arte è connubio di significante e significato e non un posacenere glamour!
Quanto asserisce è ridicolo: sotto la voce “contemporaneo” non c’è scritto specchietto per le allodole. Urge un buon ripasso della storia dell’arte fatto con tutti i crismi.
Hirst sa vendere… dopo decide lui che cose é arte in la sua vita (come tutti).
mi cospargo il capo di cenere, e attendo rassegnato la maledizione del grande olandese, che dal decimo cielo cadrà implacabile sul capo medesimo per l’oltraggiosa sottrazione… il caldo estivo ha colpito duramente…
‘a demien, ma vaffanskull
Oh my God!
Spero che mettano in mostra anche l’ultimo “suo” capolavoro: “Love is
love for Beauty and to Procreate and Give Birth in Beauty”. Quello è
veramente rappresentativo!