Oltre il 90 per cento di lotti venduti, con l’attesissimo trittico di Francis Bacon, Three studies of Isabel Rawsthorne, del 1966, che alla fine è rimasto un po’ nei ranghi. Stimato dai 10 ai 15 milioni di sterline, il pezzo si configura come il top lot dell’asta dedicata all’Arte Contemporanea, ieri da Christie’s, ma non ha superato la stima alta, piazzandosi a 11,2 milioni.
Però Bacon non molla, ed è presente anche in seconda posizione negli highlights della serata, con Head III, olio su tela del 1949, che stimato dai 5 ai 7 milioni esce a 10,4 dall’incanto. Bene Fontana, con il suo Concetto Spaziale. Le chiese di Venezia, che vi avevamo anche raccontato in una news, ma non supera la stima alta, e si ferma a 4,4 milioni, mentre Pierre Soulages con Peinture, 21 November 1959 batte i 3 milioni di stima per salire a 4,3, mettendo a segno il record per l’artista.
Ma le vere sorprese sono per Andreas Gursky e la sua eccezionale serie delle “Borse”, che battono le stime, a cominciare da Chicago Board of Trade III, 2,1 milione di sterline all’incanto contro una stima di 600-800mila; un’altra della stessa serie si ferma a 1,5 su stima di 900, e vanno bene anche Hong Kong Stock Exchange (Diptyc), edizione di 5 del 1994 e Kuwait Stock Exchange II, a 662mila sterline. Richter e i due Abstraktes Bild restano nelle stime, se non un poco sotto, mentre la vera chicca è un piccolo Hockney, A small sunbather, 51 per 40 centimetri, datato e firmato a Los Angeles nel 1967, che stimato 500mila sterline in alta esce per 1,1 milioni, così come rende benissimo il Pantheon, 1992, di Thomas Struth, 828mila sterline su stima di 600, secondo record della serata, per l’artista tedesco. Ottimo, inoltre, anche Ryman, con Reference, che va a 1,3 milioni e l’Untitled di Jhon Currin, un volto femminile del 1998, a 1,1 milioni su stima massima di 800. Ora occhi puntati su Phillips, stasera, anche se la regina delle case d’asta, di questi tempi, non può davvero che essere Sotheby’s.