Palazzo Torlonia, Villa Albani, e Villa Delizia Carolina, inclusa la più ricca collezione privata mai esista, composta da 630 statue greche e romane, sulla quale è in corso una trattativa per la cessione, parte al ministero dei Beni culturali italiano, parte al Getty Museum di Los Angeles. Stiamo parlando dell’intero patrimonio della famiglia Torlonia, finito sotto sequestro. Il motivo? Una lotta tra i quattro figli del principe Alessandro, scomparso il 28 dicembre del 2017. Sembra infatti che il primogenito, Carlo, abbia impugnato il testamento del padre contro i tre fratelli, raccontando ai giudici una serie di fatti riguardo la gestione da parte dell’esecutore testamentario dell’eredità di famiglia. Secondo gli atti, sembrerebbe che Carlo sia venuto a conoscenza solo successivamente di assemblee organizzate tra i membri della famiglia, di alcune donazioni che il padre avrebbe fatto agli altri figli, Paola, Francesca e Giulio Torlonia (che avrebbero fatto di tutto per allontanare il fratello dal padre, impedendogli di parlargli anche telefonicamente), e della costituzione della nascita della “Fondazione Torlonia”, che aveva assunto in comodato la gestione di tutte le collezioni di opere appartenenti alla famiglia. In più sarebbe anche emerso il tentativo di vendere all’estero le opere statuarie, che non si sarebbe poi realizzato: «Ciò che emerge gravissimo –
scrive Carlo – è che le 623 statue corrispondenti alla collezione di statue unica oggetto dell’eredità e vincolata dalla Sovrintendenza archeologica sembra essere stata oggetto di una trattativa di vendita con un accordo fra Alexander Poma Murialdo (figlio di una delle sorelle) il Paul Getty Museum e il ministero». Ma non è finita qua. Durante la verifica delle condizioni del patrimonio,
Torlonia racconta di aver scoperto alcuni depositi in cui erano conservate opere sottratte all’inventario «che rischiano di essere ancora più facilmente oggetto di trasferimento e/o sostituzione e/o trasferimento all’estero». Dubbi anche sulla stessa Fondazione, costituita circa sei mesi prima della morte del principe Alessandro e, come se non bastasse, difficile anche la situazione del loro istituto di credito, la Banca del Fucino, ricapitalizzata pochi mesi fa. Quindi? La lite tra eredi ha portato il giudice Fulvio Vallillo, dell’VIII sezione del Tribunale civile di Roma, a disporre il sequestro giudiziario dei beni della famiglia che, stando a quanto riportato da
la Repubblica, è stato disposto a garanzia di un patrimonio di un miliardo e 800 milioni di euro. Ricapitoliamo: un’eredità da miliardi di euro, una collezione inestimabile, quattro fratelli, un testamento impugnato. Il resto lo avete letto poco fa. Tutto sotto sequestro, comprese le 623 statue che vi abbiamo citato qualche riga sopra, oggetto di un accordo risalente al 2016 tra il Mibact e la Fondazione Torlonia per un’esposizione nel 2018, ma indovinate un po’, di cui non si sa più nulla, e altre opere, come gli affreschi della tomba François, uno dei più importanti monumenti etruschi conservati fino ad oggi, che forse qualcuno di voi ha avuto la fortuna di vedere durante una delle poche visite organizzate solamente su prenotazione, a Villa Albani, a Roma. Per capire cosa ne sarà del patrimonio bisognerà aspettare la conclusione della causa civile e, ovviamente, la catalogazione e la spartizione dei beni tra gli eredi. Nella prossima udienza, fissata per il 5 dicembre, il giudice dovrà anche decidere se disporre o meno il sequestro conservativo del patrimonio, nominando dei custodi giudiziari.