04 giugno 2013

Sperduto e abbandonato Richard Serra. Nell’Ontario un esclusivo pezzo di Land Art tornerà fruibile al pubblico, grazie a una legge di tutela

 

di

Richard Serra -Shift- 1972, photo Sarah Zabrodski/ Hyperallergic
Negli Stati Uniti delle opere d’arte pubbliche capita anche che qualche esempio di Land Art sfugga dalla protezione necessaria, e che l’ambiente se lo inghiottisca. Stava capitando, o meglio è capitato, a Shift, un “percorso” di Richard Serra del 1972, realizzata in un campo nei pressi di King City, in Ontario, Canada. 
Dopo una battaglia di quattro anni il consiglio cittadino ha finalmente approvato la protezione del luogo a tempo indeterminato che si merita, designando ufficialmente la scultura degna dell’appellativo di “valore del patrimonio culturale”. I sei bassi muri di cemento che zig-zagano in  un campo di granoturco di proprietà privata erano sepolti ormai da tempo, e i proprietari pensavano si trattasse dei resti di una vecchia costruzione, anche se a uno sguardo attento appare imprescindibile il gioco che Serra fece con i suoi “bastoni” di cemento a contornare tutta la morfologia del campo. 
La famiglia del collezionista d’arte Roger Davidson era proprietaria, in origine, del sito: nell’estate del 1970, Serra diede a Davidson due sculture in cambio dell’utilizzo del campo per costruire un lavoro site-specific, prospettando il proprietario del terreno continuasse a rimanere tale, per cui non furono firmati contratti formali. Ma, ironia della sorte, il terreno è stato venduto ad una società solo due anni dopo il completamento della scultura, Rimasto inosservato fino al 1990, solo nel 2009 si è optato per la vera salvaguardia di Shift, che ha ovviamente rischiato di andare perso perché il terreno era finito in mano a una holding che avrebbe voluto costruirvi. Storie americane, in cui la vittima più illustre, in questi ultimi tempi, è stato il celebre architetto Frank Lloyd Wright, di cui per poco si è salvata la casa di Phoenix per il figlio.
Il consiglio comunale di King City ha invece votato a favore di un decreto legge che possa proteggere la scultura, che attualmente per essere “visitata” necessita di una violazione di domicilio. Ma chissà che, tra poco, non possa sorgere un nuovo sito dedicato al contemporaneo, completamente en plen air, in un’altra zona remota della grande America. 

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