Le premesse? Presentatevi in via Papacino all’angolo con Corso Matteotti, e vi calerete nelle gallerie che furono costruite nel 16esimo secolo per volere del Duca Emanuele Filiberto di Savoia e che servivano come ragnatela difensiva per quella cittadella che occupava geograficamente l’area che va da Corso Bolzano a Via Cernaia e Corso Ferraris. Riempiti di terra nell’800, dagli anni ’60 i ritrovati corridoi furono riaperti scavando a mano, e oggi sono gestiti dal Museo Pietro Micca. Un ambiente affascinante e inquietante, che Du Pin concepisce come una cavità uterina, un ambiente ideale di protezione, caldo e umido, che serviva però ad azioni violente (anche se pare che mai fu sparato un colpo durante il suo utilizzo) o quanto meno “difensive” da parte di un parterre prettamente maschile. E maschile è anche il protagonista di questa mostra, il prozio dell’artista Charles de Brosses, ideatore del termine “feticismo” che si narra abbia esplorato i corridoi nel 1740. Un’altra storia quasi occulta, che riscrive la percezione di una città dalle sue viscere e l’ossessione della giovane artista per questo avo misterico. E che sceglie di seguire in una campionatura di elementi gassosi e impurità: un omaggio alle fobie nascoste e alle anime dimenticate, ai desideri inconsci di una città che solo il pubblico, con la propria sensibilità e le appassionate visite guidate potrà scoprire in una immersione sensoriale. Tenendo d’occhio scalini e bassi soffitti, sfidando un poco il senso di claustrofobia e lasciandosi suggestionare dalle immagini della storia che via via avvamperanno nella mente. Volete tentare la discesa nel mistero (le visite sono già sold-out)? info@tretigalaxie.com
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