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Al Q35 tira una bella aria fresca. Questo sito post industriale, compreso tra gli edifici e i magazzini di via Bologna e Barriera di Milano, è la sede ufficiale di NESXT, prima edizione del Festival dedicato a spazi no profit, collettivi, artist run spaces e associazioni, organizzato dall’omonimo network rivolto alla produzione artistica e culturale indipendente. Così, tra padiglioni allestiti nello stile di una kunsthalle mitteleuropea, entrano in relazione visiva, dialettica, tutte quelle nuove modalità di aggregazione e contatto formate dal flusso del contemporaneo. Spazi di co-working e laboratori, agenzie di comunicazione e progetti di ricerca, compenetrano gli spazi delineati dalle precise geometrie di eredità industriale.
Tre sono le macro aree, distinte in Graphic, per progetti dalla vocazione editoriale, Live, per performance e talk, e Show, corpo centrale in cui si presentano 20 spazi selezionati con una call dal comitato scientifico composto da Olga Gambari, Lorenzo Balbi, Pietro Gaglianò, Andrea Lacarpia, Giangavino Pazzola, Roberta Pagani e Marco Scotini.
Le esperienze si raccontano, i contatti si passano, le idee si trasformano: è forte l’impressione di entrare in un territorio dai confini incerti, ambito nel quale il linguaggio contemporaneo sfuma incessantemente il proprio alfabeto, rinnegando ogni tentativo di definizione. Allora, i luoghi non sono più geografici, le ricerche e gli strumenti si incrociano, i termini si rincorrono, da periferia a nomadismo, da trasparenza a rigenerazione. Tutti ambiti di ricerca condivisi, tra gli arti, dall’associazione Random, in Puglia, che si occupa di produzione e mobilità artistica, e presenta il lavoro di Carlos Casas, da /77, un artist run project attivo a Milano dal 2015, con l’intento di realizzare collaborazioni tra artisti, passando per Rave East Village, residenza nelle campagne di Soleschiano, provincia di Udine, che promuove la necessità di ripensare all’alterità biocentrica, occupandosi anche di accogliere animali salvati dal macello.
Buona la prima, appuntamento all’anno prossimo, per vedere cosa germinerà da questi semi. (Mario Francesco Simeone)
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