27 giugno 2012

Torino. Vi ricordate del caso dell’ex Birrificio Metzger? Ora diventa “Centro di Cultura Contemporanea”, e presenta le sue attività

 

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Ve l’avevamo annunciato lo scorso marzo, quando era stato indetto un bando aperto a tutti, che mettesse in moto qualsiasi forma di creatività all’interno degli spazi dell’ex birrificio Metzger, edificio storico del liberty torinese, in disuso da anni. Ora, a distanza di qualche mese, la data fatidica dell’opening è più vicina: a luglio i primi a entrare nella nuova versione dello stabile saranno sessanta giovani che parteciperanno agli stage di danza tenuti dai docenti del leggendario teatro Bolshoi di Mosca, in una riedizione del progetto ospitato a gennaio dal Teatro Regio di Torino.
Un progetto, quello del CCC, ovvero Centro Cultura Contemporanea, all’interno dell’ex birrificio, promosso da due associazioni torinesi, Innovazione club di lavoro e MicroMacro Art Zone, che senza fondi pubblici hanno investito 150mila euro nella messa a punto dello spazio. «Ci ispiriamo alle art house tedesche, luoghi d’incontro per artisti e appassionati, che cercano di dare un impulso allo sviluppo del loro territorio» ha spiegato Alessandro Novazio, ideatore dell’iniziativa, al quotidiano “La Stampa”.
Il CCC diverrà non solo un luogo ideale per le arti performative ma anche un teatro capace di ospitare fino al 200 spettatori, con una “foresteria” riservata agli artisti e che avrà un tetto “green”.
E sono previste già da ora diverse collaborazioni, tra cui l’associazione “Urbe”, con la quale si metterà in piedi un festival di Street Art sulle pareti cieche del quartiere, come ultimamente accade anche in diverse città europee. Alessandro Novazio inoltre ha anche parlato di «uno spazio, al piano terra, in cui i giovani artisti piemontesi possano esporre gratis le proprie opere». E per il finanziamento dell’impresa si punta sugli sponsor e sugli introiti dei corsi, mentre la collaborazione con l’amministrazione comunale potrebbe riguardare un centro di documentazione aperto a tutti che contenga lo schedario con le presentazioni e i lavori degli artisti piemontesi, esattamente come a Milano è accaduto per molti anni con Viafarini/ Docva.

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