Si intitola “Insieme possiamo fermare l’AIDS”. L’aveva dipinto Keith Haring, il più grande graffitista statunitense, nel 1990 a Barcellona, nella plaza Salvador Seguì.
Oggi il murales viene rimesso in scena su una parete di 30 metri che corre tra Plaza Joan Corominas e Calle Ferlandina, proprio accanto al MACBA, che insieme al distretto cittadino della Ciutat Vella ha dato via all’iniziativa del “Raval Cultural”, dal nome del barrio.
Il dipinto mostra un serpente, rappresentazione dell’AIDS, con l’inconfondibile tratto iconico di Haring: sul rettile rosso una serie di siringhe, in riferimento alla cura, e il taglio di una forbice, con un preservativo sulla coda.
Il ministro della Cultura catalano, Ferran Mascarell, ha dichiarato: «Grazie al murale di Haring il Raval ha fissato un suo luogo di impegno e cultura. Questo artista ha sempre lavorato con lo scopo di usare l’arte per inviare messaggi e cambiare il mondo. Oggi, questo messaggio, è in pieno vigore».
La posizione del murale nel Raval tenterà di portare vivacità culturale al quartiere, scelto nel 1990 dall’artista «per recuperare un quartiere punito con la povertà, la droga e le malattie sessualmente trasmissibili», secondo Macarena González, fondatrice del centro culturale Almazen. «L’arte ha il dovere di migliorare il mondo», anche secondo Bartomeu Marí, direttore del MACBA, con il dialogo e la partecipazione.
«Nel momento in cui fu dipinto il murales ero responsabile per la cultura della città di Barcellona – ricorda il Ministro Ferran Mascarell – ed era un periodo molto turbolento: Haring ha avuto il dono di “verbalizzare” la realtà». Universale, e per questo ancora forte. Anche con un murales di 34 metri.