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Lo spazio Barriera di Torino si rivela scenario ideale per “Tiziano e Giorgione”, a cura di Matteo Mottin – Treti Galaxie – fornendo la giusta atmosfera cupa, industriale e periferica, a un progetto che interpreta il tema dell’amicizia proiettandola nell’incertezza della morte. Il titolo stesso allude al patto stipulato fra i due grandi pittori veneti per cui, alla morte dell’uno, l’altro ne avrebbe completato le opere. Immersi in una dimensione spazio temporale che dilata emozioni e pensieri, le opere dei due artisti Alessandro Di Pietro e Michele Gabriele si aprono ad un confronto che si svolge sulla stessa parete, presentandosi come un dittico che si dispiega lontano dallo sguardo del visitatore.
Lo spazio espositivo è infatti tagliato per tutta la sua larghezza da due file di mattoni al cui interno si trova dell’acqua. Il novello Lete, parte del display curatoriale, disegna un’importante suddivisione spaziale, imponendo all’osservatore la contemplazione di una pseudo realtà oltremondana, di cui partecipano le due opere in mostra. Se quindi l’attenzione è rivolta al concetto del limite e al suo superamento, l’idea curatoriale gioca una parte preponderante nell’intreccio che dà vita alla mostra, suggerendo ulteriori sviluppi, come il dialogo con lo spazio di Barriera, contenitore di eventi temporanei, ma anche deposito di opere d’arte e, in quanto tale, possibile “mondo dei morti” cui tendono i lavori di Di Pietro e Gabriele. Auto-investendosi a eredi di Tiziano e Giorgione, gli artisti danno vita a un vortice di eclettismo e finzione. C’è tempo fino al 2 ottobre per visitare la mostra. (Alessandra Franetovich)
Foto sopra, Alessandro Di Pietro, intervento per Tiziano e Giorgione, courtesy Treti Galaxie, 2016, photo Marco Cappelletti
Foto home, Tiziano e Giorgione installation view, courtesy Treti Galaxie, 2016, photo Marco Cappelletti