01 agosto 2016

Turchia nel giro di vite. E di nuovo a farne le spese sono anche gli artisti, come nel caso di Zehra Doğan. Ed ecco qualche dato

 

di

50mila passaporti revocati, a quelle persone sospettate di avere legami con la rete di Fethullah Gulen, accusato da Ankara del fallito colpo di stato turco. Sono poi oltre 18 mila le persone fermate, e per quasi 10mila di loro è stato formalizzato l’arresto. Sono solo alcuni dei numeri impressionanti del giro di vite turco, con il Presidente Erdogan che ha dichiarato che l’Occidente deve farsi gli affari suoi.
E tra le vittime illustri della morsa del dittatore c’è anche l’artista e giornalista Zehra Doğan, accusata di appartenere ad organizzazioni filo-curde. Nella sua “opera” Erdogan ha anche fatto chiudere tre agenzie di stampa, 16 canali televisivi, 45 giornali, 15 riviste.
Doğan, direttrice dell’agenzia di stampa femminista Jinha, sarebbe stata arrestata in un caffè, e l’accusa formulata dal tribunale è stata relativa proprio alla sua pittura e scrittura: troppo vicina al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e appartenente a “un’organizzazione illegale”, tenuta insieme grazie a Jinha. La corte ha stabilito così che la giornalista-artista dovrà essere tenuta in custodia in attesa del processo, che potrebbe richiedere mesi. 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui