Tutto intorno cime alpine che raggiungono i 3mila metri, in mezzo, in una splendida radura, uno scheletro abbandonato dal 1966. Una rovina dipinta di rosso, che forse in realtà potrebbe quasi ormai essere paragonata a una semplice maceria, impressiona ancora molti dei camminatori e vacanzieri che vi si imbattono. Si tratta dell’ex hotel Paradiso, costruito negli anni fra le due guerre su incarico di una società per azioni, su progetto di Gio Ponti. Una struttura di lusso, per una clientela d’èlite che già negli anni ’30 era coccolata da un esercito di massaggiatori, maestri di sci, parrucchieri e pasticceri. Nell’albergo inoltre erano presenti una sauna, una biblioteca con volumi in lingua inglese, una taverna e un ufficio postale. Un edificio che oggi sarebbe probabilmente impossibile (forse per fortuna) nella posizione in cui si trova, che dopo la seconda guerra mondiale chiuse i battenti, dopo essere stato occupato dall’esercito tedesco nel 1943, ed utilizzato come caserma per l’addestramento dei militari. L’imprenditore veneziano Bennati, fece ampliare e dipingere di rosso la costruzione nel 1952, ma l’hotel non venne mai riaperto, finendo nel 1966 tra le proprietà della famiglia altoatesina Fuchs. Una storia “sociale” che il prossimo sabato 27 luglio riprenderà vita, dando alla Val Martello la possibilità di riflettere sulle “possibilità” che potrebbe avere l”ex albergo. Ideatore del piano di “rilancio” la Fondazione Architettura Alto Adige, con l’approvazione e il sostegno della proprietà. Per dimostrare che questo “reperto architettonico” potrebbe essere un incubatore di futuro, sia artistico che forse turistico. Tre tavoli di confronto dunque, tra musica, danza, teatro, proiezione di film, istallazioni artistiche ed esposizioni varie, tutte imperniate sulla vita dell’albergo, per identificare visioni o soluzioni possibili. “Un lusso per i tempi futuri?” recita il titolo del convegno: forse si, ma dove forse è necessario ripensare all’abbandono. Tra i partecipanti alla giornata anche Stefano Cagol, con una performance organizzata insieme a Dolomiti Contemporanee, con il direttore Gianluca D’Incà Levis a parlare del riutilizzo di spazi alpini dismessi, in una loro riconversione culturale, e la proiezione del film “Il Paradiso del Cevedale” di Carmen Tartarotti.
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