Il cinema internazionale perde un’altra stella, un’altra luce si spegne nel grande firmamento di celluloide. Dopo la morte del mitico attore americano
Leslie Nielsen, avvenuta nella tarda notte di ieri, quest’oggi se ne va uno dei massimi esponenti del cinema italiano.
Mario Monicelli, straordinario regista e sceneggiatore viareggino, è morto stasera, intorno alle 21, lanciandosi dal quinto piano dell’Ospedale San Giovanni di Roma, dov’era ricoverato presso il reparto di urologia per via di un tumore alla prostata. Un atto drammatico che chiude in maniera inaspettata la vita del regista, all’età di 95 anni.
Sotto shock il mondo del cinema e della cultura. I suoi film hanno rappresentato un punto di riferimento per la cinematografia italiana, a partire dal dopoguerra: padre della commedia all’italiana, insieme a colleghi eccellenti come
Dino Risi, Luigi Comencini e
Steno, è stato regista di circa 66 film e autore di più di 80 sceneggiature. Fra i suoi grandi successi
Guardie e ladri (due premi a Cannes nel ‘51),
I soliti ignoti (nomination all’Oscar);
L’armata Brancaleone (1965). Con
La Grande guerra, del 1959, vinse a Venezia il Leone d’oro. Inventò la Monica Vitti comica in
La ragazza con la pistola (1968); nel 1975 raccolse le ultime volontà di
Pietro Germi che gli affidò la realizzazione di Amici miei. Nel 1977 tornò al registro drammatico con
Un borghese piccolo piccolo.
Seguono, fra gli altri,
Speriamo che sia femmina (1985) e il pungente
Parenti serpenti (1993). Nella sua lunga carriera ha collaborato con i migliori attori italiani: Alberto Sordi, Totò, Aldo Fabrizi, Vittorio De Sica, Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi… Un particolare inquietante: anche il padre, il critico e giornalista Tomaso Monicelli, si era tolto la vita nel 1946. (
helga marsala)
[exibart]
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Monicelli era convinto che fosse una generazione da cambiare e non una classe politica. Continuando nell'intervista, faceva chiaro riferimento ai giovani; aggiungo che non basta svegliarsi ogni anno in questo periodo dell'anno, occupare una torre e poi esaurirsi in pochi giorni. Si sorride amaro nel pensare ai nostri giovani artisti, iscritti alla Nonni Genitori Foundation o impegnati nel passare da una residenza all'altra; imprigionati e ossessionati nei rituali autoreferenziali del piccolo sistemino dell'arte italiana, tra premio Burla e spazio no profit.
Uno veramente grande come lui non evocò mai la parola 'artista', oggi così sputtanata. Piuttosto un artigiano d'altri tempi, mentre l'armata Brancaleone del contemporaneo si ammantava di aura rubata.
GRANDE GRANDE GRANDE
MARIO MONICELLI si è ucciso??? Ma stiamo scherzando?
Mario Monicelli è stato spinto dal 5° piano e lasciato per ore sull'asfalto da tanti politici che difendono la "dignità" della vita e con la loro ipocrisia ci impediscono di morire con dignità.
@vladislav shabalin
è la stessa identica cosa che ho pensato io appena sentita la notizia, in fondo è tutta pubblicità gratuita per l'eutanasia, così si tagliano un po' di spese pubbliche e si perfeziona la catena di montaggio del produci/consuma/crepa. poi tanto ci sarebbe sempre stato qualcuno che avrebbe detto 'ah si è suicidato come suo padre era burbero' o tutta la massa di cazzate dette in tv, soprattutto non credo che uno andato a vivere da solo a 90anni scegliesse un ospedale del cazzo per suicidarsi, magari lo faceva in solitudine per i fatti suoi e non defenestrandosi ma con qualche metodo più indolore e/o divertente. inoltre vorrei capire chi ha stabilito che il tumore fosse in fase terminale quando due settimane fa era stato intervistato alla mostra del cinema di roma in cui ha protestato con gli occhi fuori dalla testa (tuttaltro che debilitato insomma) per i tagli alla cultura . spero non l'abbia stabilito quell'orrendo figuro di veronesi almeno .