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A scegliere il vincitore è stato il pubblico della rete con oltre quattromilacinquecento voti pervenuti sul sito www.umbertocesari.com, decretando l’immagine internazionale di quattro vini del marchio emiliano Umberto Cesari. Tra le settantacinque proposte pervenute, sono andate online le sei opere finaliste – tre italiane e tre straniere – selezionate inizialmente da una autorevole giuria italo-canadese presieduta da Silvia Evangelisti, docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Alla sua seconda edizione l’Art Contest replica dopo quattro anni l’idea felice di Umberto Cesari: promuovere artisti emergenti e nuovi talenti offrendo loro l’opportunità di realizzare un’opera visiva che esprima al meglio l’identità dei vini MOMA. Il nome della linea deriva dall’acronimo di MyOwnMAsterpiece, in riferimento all’eccellenza nell’arte e nel vino; l’opera vincitrice “Futurwine” ne richiama propriamente la forma grafica delle lettere, reinterpretate e ridisegnate in acrilico su cartoncino, come a formare una sagoma umana nell’atto di sorseggiare un calice di vino. Il concorso, nato nel 2011, quest’anno ha conosciuto un respiro internazionale, rivolgendosi agli studenti delle Accademie di Belle Arti di Urbino e di Venezia, e della scuola d’arte canadese UQAM – l’Université du Québec à Montreal. A vincere Donatella Carollo (nella foto con Gianmaria Cesari e la sua etichetta), artista dell’Accademia di Venezia, a cui sarà offerta una borsa di studio di 3mila 500 euro nonché la possibilità di vedere pubblicata la sua opera sulle milioni di bottiglie che ogni anno Cesari esporta nel mondo.
La Carollo riferisce di aver scelto di stendere il colore con il pennello invece che costruire l’immagine con la grafica computerizzata per mantenere il senso del “fatto con le proprie mani”, parafrasando il lavoro con l’uva, che vuole la cura e la sapienza del viticoltore per dare un buon vino. Ed infatti, come dichiara l’Amministratore Delegato dell’azienda Gianmaria Cesari, «Arte e vino sono due aspetti molto vicini della nostra esistenza, ed anche se noi non ci consideriamo artisti, siamo artigiani che trasformano la materia nel migliore dei modi possibili, connotandola della nostra impronta, della nostra filosofia e della passione che richiede, aspetti in comune con la creazione artistica. Cerchiamo di promuovere il nostro operato con uno strumento universale, mossi dalla volontà di valorizzare le giovani proposte e ribadire il legame che l’azienda ha appunto con l’arte. Dopo la prima etichetta con Le Bagnanti datate 1915 del maestro bolognese Giorgio Morandi, si è voluto dare continuità a questo legame ripensando alla bottiglia come uno spazio espositivo da dedicare però ad artisti contemporanei». (Cristina Principale)