06 marzo 2018

Umberto Manzo per il Museo di Capodimonte. Con una nuova opera in collezione permanente

 

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«Un museo che smette di collezionare opere, è un museo che muore, un museo che non è vivo», con queste parole il direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, ha accolto la nuova opera di Umberto Manzo nella prestigiosa sezione dedicata all’arte contemporanea. Il museo, in questo modo, impreziosisce una sezione già ricca di artisti italiani e stranieri, tra i quali, Mario Merz, Giulio Paolini, Carlo Alfano, Jannis Kounellis, Alberto Burri, Anselm Kiefer, Joseph Kosuth, Candida Hofer
L’opera, una donazione dell’artista napoletano con la collaborazione dello Studio Trisorio, è un polittico composto da nove pannelli realizzati in vetro e acciaio che formano un’ampia silhouette, raffigurante la testa della dea Afrodite, all’interno della quale sono stati raccolti, ordinati e stratificati diversi fogli di carta, dipinti ognuno attraverso tecniche miste. Tutto ciò è frutto di un lungo lavoro di ricerca che l’artista stesso definisce come «opere-archivio». 
A presentare questo lavoro, oltre all’artista e al direttore del museo, Laura Valente, presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Andrea Villiani, direttore del museo Madre, e la gallerista Laura Trisorio. Insieme non solo per la presentazione di una nuova opera ma anche per rimarcare l’importanza e la forza delle collaborazioni tra enti pubblici e privati che, mai come in questo periodo storico, uniscono le rispettive forze a servizio della cultura nella città di Napoli: musei statali, regionali, gallerie ed enti privati si muovono così fianco a fianco. Basti vedere quanto già realizzato in città, ad esempio, al museo Madre, con la mostra “Materia archeologica”, nata dalla collaborazione con il Parco archeologico di Pompei, o nello stesso museo di Capodimonte, con la mostra del 2017, “Naturalia e Mirabilia”, dedicata all’artista belga Jean Fabre e realizzata, ancora una volta, con lo Studio Trisorio
Nel corso della presentazione, l’artista è intervenuto a proposito della sua idea di contemporaneo all’interno di un museo storico come Capodimonte: «Non vedo grandi divisioni tra antico e contemporaneo, per me l’arte è una categoria unica, e il museo di Capodimonte ne è la dimostrazione, riuscendo a mettere in relazione l’arte da Masaccio a Kounellis, da Mimmo Jodice a Raffaello, e ciò è visibile soprattutto in questo momento, grazie anche a mostre come “Carta Bianca”». Manzo ha poi svelato anche i suoi prossimi progetti. Attualmente è in mostra presso lo studio Trisorio, visitabile fino al 7 aprile 2018, e a partire da giugno sarà il museo Madre ad accogliere un suo lavoro nella propria collezione permanente, nell’ambito del progetto Per_formare una collezione, inoltre un altro suo lavoro sarà esposto presso l’aeroporto di Napoli Capodichino, in dialogo con turisti e passeggeri provenienti da tutto il mondo. (Emanuele Castellano)

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