07 marzo 2013

Un secondo “Bacco” del Caravaggio in una collezione privata svizzera. E anche la celebre opera conservata agli Uffizi avrà così il suo doppione

 

di

Caravaggio, Bacco, 1596-1597, Uffizi-Firenze
Un nuovo Caravaggio? Possibile, secondo le perizie di attribuzione che hanno messo a punto Maurizio Marini, Daniele Radini Tedeschi e Claudio Strinati. Il dipinto in questione sarebbe una copia del celebre Bacco conservato agli Uffizi, realizzata all’indomani di questo primo lavoro, sulla scia del successo ottenuto alla fine del 1500 (il dipinto “originale” era stato eseguito tra il 1596 e il 97). Intorno a questo “doppio” il trio di studiosi, che ha presentato le sue ricerche a Palazzo Pontificio Maffei Marescotti di Roma, suppone che sia stato dipinto da un collaboratore insieme al pittore, come spesso è accaduto anche per altre tele del Maestro, vedi il Ragazzo morso da un ramarro e San Francesco in preghiera, conservate entrambe a Roma, una a Palazzo Barberini e una nella Chiesta dei Cappuccini. 
Il dipinto appartiene a una collezione privata svizzera, per cui sarà piuttosto difficile -per ora- una sua esposizione al pubblico. Il Bacco universalmente conosciuto, commissionato dal cardinal Del Monte come regalo a Ferdinando I de’ Medici, in occasione della celebrazione delle nozze del figlio Cosimo II, raffigura la divinità appoggiato al triclinio, in una forma particolarmente umana, molto vicina alle rappresentazioni delle “realtà” caravaggesche. Il modello, che si è ipotizzato possa essere tale Mario Minniti, compagno e amico del pittore, non ha mai trovato conferme ufficiali, e anzi buona parte della storiografia dell’arte tende a identificare questo ritratto con un autoritratto modificato dell’artista, ottenuto con un gioco di specchi. Certo, se le ipotesi saranno confermate, vi sarà un nuovo trofeo non solo per il possessore della tela, ma per la storia dell’arte intera.

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