Quando l’arte diventa bellezza ma anche riqualifica urbana, benessere comune. Questo, ma non solo, rappresenta l’imponente opera realizzata da Valerio Berruti a Monticello d’Alba. Dove fino a qualche tempo fa sorgeva un brutto muro di contenimento, si trovano 100 bassorilievi in cemento armato e smalto, alti due metri.
Frammenti è il titolo della monumentale opera di Berruti che ritrae 100 bambini, tutti diversi. La figura umana, qui declinata nel suo aspetto minimale e puro, scevro da ogni caratterizzazione che possa contestualizzare il periodo storico a cui appartiene, sta alla base dell’intento poetico dell’artista.
La frammentazione dell’essere, l’unicità e la peculiarità di ognuno di noi e, soprattutto, l’infanzia, diventano metafora della vita. In queste figure, tutte diverse, in cui ognuno si può identificare, non c’è l’ansia del futuro, del nuovo e neanche il sentimento di sentirsi minacciati dal presente: tutto può ancora succedere. L’opera fa parte di uno spazio vivo, in costante interazione con gli agenti atmosferici e soprattutto con l’edera, da anni vera “proprietaria” di questo spazio e che l’artista non ha voluto sfrattare.
«L’opera si chiama “Frammenti” – ha spiegato Berruti – ma in un primo momento avevo pensato di intitolarla “La cura” proprio per sottolineare l’esigenza di essere responsabili di ciò che abbiamo. Se gli abitanti di Monticello avranno cura di potare l’edera le formelle saranno sempre visibili, altrimenti ne verranno ricoperte. In qualche modo il mio lavoro è un segnale d’allarme per un atteggiamento oggi troppo diffuso, per cui ciò che è pubblico viene bistrattato».
Un’opera impattante sia sui cittadini che sui visitatori, che attrae l’occhio ancora prima di arrivare allo storico Castello dominante sul territorio circostante, che fa riflettere sulla necessità di prendersi cura di se stessi ma non di meno del proprio ambiente urbano. (Chiara Gallo)