Nel 1977 la tela viene venduta dal Verusio all’antiquario Silvestro Pierangeli.
Nel 1983 l’antiquario Pierangeli comunica di aver acquistato il quadro per conto del gallerista svizzero Beyeler risultando un prestanome.
Lo Stato italiano allora esercita il diritto di prelazione , ma solo nel 1988. L’amministrazione si mette in moto quando l’antiquario Beyeler annuncia di voler vendere l’opera al museo Guggenheim di Venezia per un valore di circa 14 mld di lire.
Lo Stato si oppone alla vendita in quanto il quadro risulta vincolato e fa scattare la prelazione.
Ieri i giudici di Strasburgo hanno chiuso la vicenda lunga un quarto di secolo; il quadro non sarà restituito a Beyeler e resterà nel nostro Paese.
Viva soddisfazione per la risoluzione della vicenda del Van Gogh conteso è stata espressa dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giuliano Urbani.
“La sentenza emessa dai giudici della Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo, respingendo la richiesta di restituzione della celebre tela al gallerista Beyeler, ha definitivamente chiuso una vicenda giudiziaria che durava ormai da anni – afferma Urbani – “Il giardiniere” di Van Gogh, già provato dal furto perpetrato presso la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Roma nel maggio del ’98, rimane in Italia e andrà ad arricchire il già ricco patrimonio culturale statale, una dimostrazione che ancora una volta l’impegno primario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali è tutelare e mantenere integro il nostro patrimonio artistico”.
[exibart]
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