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Venezia/9. Da Antigua e per la prima volta in Europa, espone Frank Walter: un visionario pittore e scrittore autoproclamatosi settimo Principe delle Indie Occidentali

di - 12 Maggio 2017
Nel giro del mondo tra le 86 partecipazioni alla 57.Esposizione Internazionale d’Arte, è imperdibile il padiglione di Antigua & Barbuda, presente per la prima a Venezia con una mostra personale di Frank Walter, intitolata “The Last Universal Man” (1926-2009), curata da Barbara Paca, nel Centro Culturale Don Orione Artigianelli, 947 Fondamenta Nani, a pochi passi dall’Accademia. L’artista e scrittore nato ad Antigua potrebbe essere un personaggio di un romanzo ottocentesco, dal talento portentoso e ancora sconosciuto in Europa, considerato tra gli artisti di colore dalla ricerca artistica eclettica, incredibilmente prolifero e per certi versi misterioso ed enigmatico, ipnotizza per una qualità cromatica e compositiva eccellente. Walter, in bilico tra genio e follia, autentico visionario, dalla vita avventurosa fu il primo uomo di colore alla direzione di una piantagione di canna da zucchero di Antigua, poeta e filosofo, autore di di un’autobiografia dattiloscritta di settemila pagine e un libro stampato per se stesso, “Sons of Vernon Hill”, discendente di una generazione di schiavi, vittima della disuguaglianza sociale e razziale nel Regno Unito. La mostra comprende opere su materiali poveri, una pittura figurativa, astratta e geometrica, rigorosamente a olio, sculture totemiche, fotografie e diversi oggetti appartenuti all’autore, ossessionato dall’illusione di appartenere a origini aristocratiche. Incanta per paesaggi simbolisti ed espressionisti insieme, in cui il colore struttura immagini che investigano l’identità sociale e si elevano a dimensioni più astratte, attraverso poetiche composizioni dai colori vivaci. Seducono i paesaggi sinuosi scozzesi, paese amato dall’artista, i ritratti più immaginari che reali e incuriosisce un dipinto in cui si rappresenta come Cristo crocifisso, Christ on the Cross. Convince il suo linguaggio vernacolare ma non ingenuo, dall’energia autentica, d’impatto immediato, in cui si riconosce l’influenza dei simbolisti, degli espressionisti e delle correnti astratte delle prime Avanguardie storiche. Walter è l’espressione più autentica della libertà espressiva che attraverso l’arte sopravvive alla propria follia e sottende la complessità del mondo, l’energia travolgente e l’umanità variegata, come alternativa alla banalità della quotidianità. Da vedere e non vi pentirete di averlo cercato. (Jacqueline Ceresoli)

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