È stato inaugurato, dichiaratamente in periodo pre-Biennale, Ocean Space, lo spazio che TBA21-Academy ha deciso di donare alla comunità veneziana e, dopo quasi cento anni, hanno riaperto al pubblico le porte della Chiesa di San Lorenzo, nel cuore del sestiere Castello.
La singolare chiesa a pianta quadrata, divisa a metà da un maestoso altare bifacciale del Seicento, non è stata sottoposta a interventi di restauro se non di messa in sicurezza. Chiusa al pubblico dal 1865, è stata riaperta solo per eventi speciali, come per il Prometeo di Luigi Nono nel 1984 e per alcuni eventi legati alla Biennale d’Arte. Questo nuovo spazio, un’ambasciata degli oceani, come viene definita dai curatori, si offrirà come un punto di ricerca interdisciplinare fra scienze e arti, per rinnovare, approfondire e ibridare la visione e l’approccio agli oceani.
La TBA21-Academy è un’istituzione fondata da Francesca Thyssen-Bornemisza, che unisce artisti, scienziati, pensatori e politici, attorno a missioni esplorative per promuovere la conoscenza degli oceani e intende l’arte come veicolo di comunicazione e cambiamento sociale. Dopo tre anni di ricerca ed esplorazione condotte dallo staff di TBA21-Academy e da biologi marini, fra cui Sylvia Earle e David Baruch, è Joan Jonas a inaugurare la prima mostra presso Ocean Space, presentando una installazione immersiva che occupa interamente la parte posteriore della chiesa. “Moving Off the Land II”, a cura di Stefanie Hessler e visitabile fino al 29 settembre, esplora la biodiversità marina e la delicata ecologia che la sostiene. Disegni, sculture, videoinstallazioni e opere sonore, alcuni prodotti appositamente per l’occasione, altri ripresi da cicli precedenti, si integrano a vicenda e rendono omaggio agli oceani quali pilastro ecologico, culturale e spirituale della Terra. Jonas rilegge l’oceano come un grande inconscio collettivo a cui attingere, per ricostruire una mitologia contemporanea. Dagli studi di biologia sulla fauna marina e sugli ecosistemi, fino alla poesia e alla prosa di Emily Dickinson e Herman Melville, Jonas integra i materiali scientifici e letterari con le sue osservazioni sotto forma di opere evocative. A completare la mostra, Jonas proporrà anche una performance, il 7 maggio, che elaborerà, espanderà e rimonterà le tematiche esplorate dall’installazione.
I prossimi passi per Ocean Space prevedono la trasformazione dello spazio, al momento ancora ingombrato dalle impalcature mantenute dall’artista americana. Andrés Jaque, di Office for Political Innovation, si occuperà di creare spazi flessibili tramite una serie di piattaforme modulari, in preparazione della prossima mostra nella primavera del 2020. (Mattia Solari)