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Ammoniaca, metano, anidride carbonica, ossigeno, idrogeno: la chimica è alla base della vita sul nostro pianeta e anche della specie umana. A questi elementi di base oggi se ne sommano molti altri che ingeriamo, spalmiamo, inaliamo, e che permeano il nostro corpo, senza che noi sappiamo fino in fondo con quali effetti. La ricerca della perfezione estetica, della potenza fisica, della forma ideale che la nostra società ci induce a perseguire senza posa passa attraverso i prodotti dell’industria cosmetica e farmaceutica che promettono di migliorare le nostre esistenze. Di questi prodotti e composti è fatta l’opera di Pamela Rosenkranz, che rappresenta la Svizzera alla Biennale: una piscina rosa tenue e profumata, a cui si accede da uno stretto corridoio verde menta – un’enorme monocromo che invade tutta la superficie della sale e che riflette il suo colore anche sulle pareti e sul soffitto. Il colore corrisponde al tono della pelle ideale secondo l’industria cosmetica, l’incarnato tipo dei Paesi nord-europei, ma allo stesso tempo per l’artista richiama anche quello della pittura rinascimentale, un’altro paradigma di perfezione estetica che è sedimentato nelle nostre menti. A metà tra minimalismo e critica dei consumi Rosenkranz si interroga sull’effetto placebo che queste sostanze esercitano sui nostri corpi e sulle nostra psiche e parallelamente sull’effetto che ha l’arte, intesa allo stesso modo come esperienza fisica e mentale. (Silvia Simoncelli)