03 aprile 2019

Villa Adriana celebra i 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci. Intervista al direttore Andrea Bruciati

 

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Il 4 e il 5 aprile il sito archeologico di Villa Adriana ospiterà il convegno “Leonardo e l’antico”, con cui si apriranno una serie di appuntamenti volti a celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.
Per saperne di più, abbiamo chiesto a Andrea Bruciati, Direttore dell’Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d’Este – Villae di Tivoli. 
 “Leonardo e l’antico” si inserisce all’interno di una serie di eventi dedicati alla celebrazione dell’artista. Come si collega Leonardo con Tivoli?
E’ attestato che Leonardo venne a Tivoli nel 1501 per visitare Villa Adriana, indicata come “a Tivoli vecchio, Casa d’Adriano”. Tivoli rappresenta il luogo per eccellenza dove il classico e la natura si fondono: considerando quanto fosse profondo l’interesse di Leonardo nei confronti dell’esperienza sensibile e dei fenomeni legati alla natura, si capisce quanto dovette essere rimasto affascinato dalla città, che divenne un paradigma estremamente importante per l’assunzione dell’antico. 
Inoltre, nella produzione di Leonardo sono presenti importanti riferimenti iconografici a Villa Adriana, che vale la pena evidenziare.
 
L’importanza dell’antico ritorna anche all’interno del suo intervento, Imita quanto puoi li Greci e Latini. Qual era il rapporto di Leonardo con l’antico?
Nel suo Trattato sulla pittura, già molto prima di Winckelmann, Leonardo distinse l’arte greca da quella romana. Questo dimostra quanto la sua conoscenza dell’antico fosse profonda e non occasionale. 
Le elaborazioni di Leonardo si trovano in una condizione di continuo dialogo con l’antico, che non si esplicita come citazione letteraria, ma si mostra come una specie di corrente carsica all’interno delle opere stesse. Il suo modo di intendere l’antico era molto più che accademico, e questo si deve alla sua formazione: la possibilità di frequentare, sotto l’occhio vigile del maestro Andrea del Verrocchio, il neoplatonico Giardino di San Marco, nel quale Lorenzo il Magnifico aveva raggruppato una serie di sculture, bassorilievi e sarcofagi da studiare e copiare, lo aveva portato a intendere l’apporto dei classici in modo non accademico, tanto da farlo a diventare parte integrante del DNA delle sue formulazioni.
Che tipo di interventi ascolteremo?
Ci saranno molti interventi sull’influenza e sul debito che le ipotesi architettoniche leonardiane devono a Villa Adriana. È lui stesso ad averci lasciato molti appunti sulla zona del Serapeo, del Teatro Marittimo e del Pecile. Si discuterà di questi temi e di quanto Leonardo possa aver attinto da quella che, già allora, era considerata una Villa di estrema importanza, fondamentale per una rinascenza delle arti. 
 
Guardando il programma, si nota la presenza di interventi che riguardano anche altri autori, come Mantegna o Bramante. Come mai?
Volevamo cercare di far capire in quale ambiente culturale si stesse muovendo Leonardo.
In quei decenni, moltissimi artisti si avvicinarono al classico in maniera empatica, e ci sembrava corretto mostrare le diverse modalità con cui si accostarono al topos, sottolineando anche l’importanza che la Villa assunse nell’indagine, soprattutto architettonica, di quegli anni, diventando un modello per tutti coloro che vollero cimentarsi nel rielaborarne le forme. 
 
Venerdì è prevista anche una visita ai luoghi di Leonardo: in che cosa consisterà?
Faremo una sorta di percorso dedicato sul luogo, discutendo di quali potrebbero essere state le effettive suggestioni di una villa che, a inizio Cinquecento, si presentava ben diversa da come è oggi. Scoperta da soli 50 anni, non era infatti ancora stata portata alla luce, se non in pochissimi punti: erano ben visibili solo le sommità e i monumenti più autorevoli. 
 
In definitiva, qual è lo scopo di questo convegno?
Aprire nuovi campi di indagine. A mio avviso, perché un convegno sia scientifico è importante che gli studiosi si pongano problemi e confrontino dialogando le loro ipotesi, per formulare teorie inedite anche in settori già molto esaminati. 
(Lucrezia Cirri)

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