28 luglio 2018

Virginia e Lucrezia, ancora insieme. L’Accademia Carrara riunisce le due opere di Botticelli

 

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Dopo tanti anni sono di nuovo, vicine, ognuna con le proprie storie. Parliamo di Virginia e di Lucrezia, le due opere di Sandro Botticelli, divise già nel corso dell’Ottocento poiché acquisite una negli Stati Uniti e l’altra in Italia, oggi riunite all’Accademia Carrara, grazie alla collaborazione con l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. E per celebrare questo straordinario ricongiungimento, il museo di Bergamo offre al pubblico un’occasione di confronto unica, capace di raccontare un artista, un’epoca e una città, il Rinascimento a Firenze. 
Sandro Botticelli dipinse le storie di Virginia e Lucrezia tra il 1500 e il 1510, per un’unica committenza, che Vasari suggerisce come ascrivibile a Vespucci, per due tavole sorelle, in origine inserite in un rivestimento in legno che doveva coprire le pareti di un’unica stanza. Solennità ed eleganza di inquadrature architettoniche, memorie classiche, concitazione degli episodi, momenti di sentita drammaticità, questi alcuni particolari che caratterizzano i due capolavori insieme al tema: la tradizione rinascimentale riporta infatti alla decorazione delle camere, in occasione di matrimoni importanti, con scene di probità e castità. Le opere ci raccontano due storie di virtù e sacrificio al femminile, con Virginia Romana, assassinata dal padre per preservarne l’onore, e Lucrezia, che sceglie la morte pur di salvarsi dalla violenza. Le due narrazioni oltre a rappresentare esempi di virtù, nel loro alludere alla rivolta contro il sopruso, rivestono un significato politico che rimanda alle aspre lotte di potere a Firenze allo scadere del Quattrocento. 
Virginia arrivò nella collezione dell’Accademia Carrara grazie al lascito di Giovanni Morelli, nel 1891, mentre Lucrezia fu acquistata nel 1894 da Isabella Stewart Gardner, grazie alla mediazione di Bernard Berenson. La loro ricongiunzione dà vita a un confronto straordinario, consentendo di approfondire origine, natura e storia della mirabile coppia di dipinti, prima a Bergamo, con la mostra a cura di Maria Cristina Rodeschini e Patrizia Zambrano, che aprirà il 12 ottobre 2018, e poi a Boston, da metà febbraio 2019. 
In mostra, anche altri due dipinti di Botticelli, sempre a Bergamo, il Ritratto di Giuliano de’ Medici e il Vir dolorum, entrambi entrati in museo grazie alla donazione di Giovanni Morelli.

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