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Un rettangolo di terra battuta delineato da righe bianche, al centro di uno dei quartieri più popolosi di Roma. Potrebbe raccontarne di storie, il Campo Sportivo XXV Aprile e, nel tempo, ad ascoltarle sono stati Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Elsa Morante. Uno snodo di emozioni e di vite, simbolo di identità culturale e aggregazione sociale, che diventerà la voce narrante per un Campo di-versi, il progetto che Ivan Tresoldi presenterà il 18 maggio, in occasione della festa dei dieci anni di attività di Liberi Nantes, l’associazione sportiva dilettantistica che gestisce la struttura e promuove la libertà di accesso allo sport a rifugiati e richiedenti asilo politico.
Il progetto, a cura di sguardo contemporaneo, è iniziato con una serie di laboratori, durante i quali Tresoldi ha raccolto le suggestioni e le parole dei ragazzi della squadra di calcio che, da dieci anni, si allena qui, delle ragazze che, da qualche mese, svolgono attività sportive gratuite grazie al progetto europeo S(up)port Refugees Integration, e degli abitanti del quartiere che sono entrati in contatto con le attività dell’associazione. Il muro che costeggia l’ingresso al Campo XXV Aprile si è trasformato così in una pagina scritta a più mani, impressa da una pluralità di voci, risonante di molteplici pensieri ed emozioni, accogliendo lo sguardo del visitatore in un luogo che fa della diversità una ricchezza, simbolo di una città plurale e multiculturale.
Tresoldi seminerà parole nel campo per farlo rifiorire in un’opera artistica collettiva, inaugurando Liberi Nantes Fest, un programma di tre giorni, dal 18 al 20 maggio, ricco di eventi, sport, musica, incontri, reading, arte e teatro, per aprire questo luogo speciale della borgata storica di Pietralata all’intera città e condividere un sogno lungo dieci anni.
In home e in alto: foto di Giacomo Gianfelici