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Zero e passo. La mano di Patrick Tuttofuoco parte da Rimini. Prossime tappe Berlino e Bologna

di - 17 Settembre 2018
Un sottile velo di sana ironia è placidamente adagiato sul fianco di una trionfale struttura architettonica che, a distanza di quasi due millenni, ancora risplende della fastosa energia di un antico impero. Leggerezza e solennità, come a dire storia e attualità, dialogano a Rimini, nei pressi dell’Arco di Augusto che assume una prospettiva insolita, con i suoi capitelli che si intravedono tra i tubolari luminosi di ZERO (Weak Fist), progetto di Patrick Tuttofuoco, promosso dal Polo Museale dell’Emilia Romagna, in collaborazione con il Comune di Rimini, l’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino e l’organizzazione culturale Xing.
Ed è un dialogo fatto di gesti e ammiccamenti, perché la scultura, in una gradevole tonalità di luce verde, ritrae una mano capovolta, le cui dita che si toccano mimano ciò che può essere un numero, una forma oppure un’idea, cioè lo zero. Una fragile ipotesi di spazio vuoto, al di là dei confini e dei limiti, che richiama l’atto dell’attraversamento della porta urbica, il più antico arco romano esistente e simbolo della città romagnola.
L’opera, che ha vinto la prima edizione del bando Italian Council, promosso dalla DGAAP-Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane, è pensata come organismo vivente e in transito e, dopo Rimini, dove sarà visibile fino al 14 ottobre, sarà trasportata nel cortile del palazzo dell’Ambasciata Italiana a Berlino e quindi di nuovo in Italia, a Bologna, vicino alla Porta San Donato, conosciuta anche come Porta Zamboni, punto di accesso al quartiere universitario felsineo, che è stato luogo di irradiazione della ripresa medioevale del diritto romano.
«La scultura è un oggetto fresco che pur mantenendo una forma scoraggiata e malinconica evidenzia la presenza, il contesto e il ruolo delle architetture alle quali aderisce quasi in una forma di simbiosi. Il pugno cadente da un lato può sembrare un’arresa, ma dall’altro un tentativo di negoziazione non violento», ha spiegato Tuttofuoco, che ha esposto la sua ricerca anche alle OGR-Officine Grandi Riparazioni a Torino e in occasione della Biennale di Venezia e di Manifesta 5.
In home e in alto: Patrick Tuttofuoco, ZERO Weak Fist, foto di Luca Ghedini, courtesy Xing

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