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L’amministratore delegato Albino Ruberti, spiega com’è nata l’idea: “Abbiamo deciso di stimolare la creatività legata alla produzione di merchandising, per cercare di introdurre degli elementi di innovazione nell’elaborazione progettuale di oggetti, fino ad ora, legati a produzioni artigianali”. Fino ad oggi una cosa è stato considerare un oggetto di design, che ha come unico scopo la funzione, e un’altra un oggetto di merchandising, che spesso assume forme standardizzate e si distingue solo per la riproduzione dell’opera d’arte su di esso, da domani questi due oggetti si potranno fondere in un unicum. Una bella sfida per qualsiasi creativo. Se, per una breve indagine, usciamo dai confini italiani, per rivolgere uno sguardo alle mosse dei grandi musei internazionali, ci rendiamo conto che “non è opportuno fare paragoni – come spiega ancora Ruberti – perché sono realtà e dimensioni completamente differenti. Nei musei esteri c’è una grande attenzione agli spazi della vendita, cosa che in Italia è spesso trascurata. Locali molto più grandi e sale destinate favoriscono anche le produzioni e la vendita. Bisogna sì tenere presenti le altre realtà ma partire sempre dalla nostra situazione”.
La condizione italiana, che nessun paese potrà mai emulare, è quella di avere un ricchissimo patrimonio storico e artistico da cui attingere. Proprio questa ricchezza è stata scelta come musa per il bando di gara “attenzione alla tradizione, guardando anche al contemporaneo e al futuro” è l’unico vincolo in un concorso che lascia molta libertà creativa. Questo perché oltre a stimolare le menti, il bando vuole anche inviare un messaggio, come ci illustra Ruberti: “I servizi offerti da un museo devono essere all’altezza della proposta culturale e dalle collezioni; senza dimenticare le tradizioni del nostro paese e stimolare questo aspetto della creatività nella produzione artigianale e artistica”. Creativi al lavoro! (valia barriello)