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Blood Artists: Novartis cura la talassemia con la street art
Street Art
Prende avvio da Cagliari “Blood Artists”, campagna promossa da Novartis per far comprendere, attraverso il linguaggio diretto della street art, cosa voglia dire convivere con l’anemia falciforme e la talassemia, due patologie ereditarie del sangue che affliggono migliaia di persone in Italia. L’obiettivo è sensibilizzare il pubblico, in particolare i giovani, per far capire quanto sia fondamentale l’aiuto di ognuno di noi, attraverso un gesto semplice: la donazione del sangue. Nonostante i progressi della ricerca, infatti, le trasfusioni rimangono una terapia insostituibile e salvavita.
L’iniziativa di street art di Novartis coinvolgerà sia gli spazi fisici, girando in varie città italiane, che quelli virtuali, attraverso il canale Instagram dedicato. La prima tappa parte proprio dalla Sardegna, una delle regioni in cui la talassemia è più diffusa.
La campagna di street art: le opere e gli artisti
Tre storie di vita, tre protagonisti e tre artisti per raccontare la quotidianità delle persone affette da talassemia e anemia falciforme. Nella prima tappa di Cagliari, sono stati scelti dalla galleria milanese STRADEDARTS tre famosi street artist: Coquelicot Mafille, Stefania Marchetto in arte SteReal e Napal per interpretare le storie di tre persone che convivono con queste patologie. I murales sono stati realizzati sul muro di una scuola primaria, accanto alla sede Avis. Le opere realizzate si concentrano sull’aspetto emotivo e sul vissuto lasciato da queste malattie, sottolineando l’importanza della presenza di medici, infermieri, famiglia e amici.
Coquelicot Mafille, famosa per le sue opere che si presentano come dei racconti visivi circolari aperti a più possibilità di lettura, ha raffigurato la storia di Costanza, che convive con l’anemia falciforme e la talassemia dall’età di 14 anni ed è completamente dipendente dalle trasfusioni. È la storia di una donna che non si è data per vinta, non ha vissuto la malattia come un limite ma con coraggio, lavorando e facendo volontariato per l’associazione CFT – Comitato Famiglie Talassemici. Ha cercato di coinvolgere numerose associazioni e sensibilizzare nuovi donatori ad andare in ospedale anche durante la pandemia per permettere ai pazienti di continuare a ricevere le cure in un periodo così difficile. La street artist ha raffigurato due giovani che aprono un libro dal quale escono delle oche in volo con accanto la scritta ELA/RGI/AMO/ALI.
Il murales di SteReal rappresenta il caloroso abbraccio di una dottoressa, omaggiando così tutti i medici e il personale ospedaliero che, per i pazienti, diventa come una seconda famiglia, sottolineandone il legame affettivo. La scena la rappresenta di profilo, intenta a gonfiare un palloncino rosso, metafora di una goccia di sangue, alla quale si aggrappano due braccia. Un grazie che viene rivolto a tutti coloro che li aiutano ad affrontare le difficoltà di tutti i giorni. L’opera si riferisce alla storia di Giorgio, affetto da anemia falciforme da quando aveva solo quattro anni. Le trasfusioni fanno ormai parte della sua vita in maniera significativa.
La famiglia è il fulcro dell’opera di Napal, che racconta la storia di Annarita, mamma di due figli anch’essi colpiti da talassemia. In questo ritratto di una famiglia felice, immersa in un sereno paesaggio di campagna, il messaggio che si vuole comunicare è l’importanza delle cure e delle donazioni, che sono il mezzo che permette a queste persone di riuscire a condurre una vita normale.
L’importanza e gli obiettivi della campagna
Le associazioni che collaborano al progetto promosso da Novartis (Avis – Associazione Volontari Italiani del Sangue, Fondazione Italiana “Leonardo Giambrone”, UNIAMO – Fondazione Italiana Malattie Rare, United Onlus), con il patrocinio di SITE e Fondazione For Anemia, vogliono lanciare un messaggio collettivo: «Il progetto BloodArtists, con il linguaggio della Street Art, accende un faro “non convenzionale” sui bisogni di chi soffre di talassemia e anemia falciforme, patologie rare che richiedono ancora molto studi scientifici e clinici per una cura risolutiva. Vogliamo aumentare l’attenzione, a partire da quella dei giovani, affinché i bisogni dei pazienti possano trovare soddisfazione anche attraverso la solidarietà dei ragazzi subito dopo la maggior età, mediante un atto di donazione».
Il Presidente Nazionale di Avis, Gianpiero Briola, ha sottolineato che «Da sempre la promozione della donazione di sangue trova nell’arte una delle sue massime espressioni: è attraverso la potenza evocativa delle immagini che l’animo umano si emoziona e coglie il significato più profondo di valori nobili come la solidarietà e la generosità. Nel nostro Paese ogni giorno oltre 1.800 pazienti necessitano di trasfusioni di sangue e grazie all’apporto costante di oltre 1,6 milioni di donatori l’Italia si conferma un Paese autosufficiente nella raccolta di globuli rossi. Un discorso diverso va fatto per le donazioni di plasma che, seppure in crescita, non sono ancora riuscite a sopperire le necessità interne. Per questo è importante incentivare la donazione soprattutto tra i giovani, affinché possano farsi portavoce di quel messaggio di cittadinanza attiva che AVIS, da oltre novant’anni, diffonde in tutto il mondo».
Pertanto, la scelta della street art è significativa, essendo per eccellenza una forma d’espressione che si insinua nell’ambiente cittadino e nella vita quotidiana delle persone con un linguaggio chiaro. La campagna parte dal presupposto che la talassemia e l’anemia falciforme siano due malattie che per essere curate hanno bisogno di un aiuto e un supporto collettivo. Attraverso questo progetto di arte diffusa, si vuole stimolare il senso di una responsabilità comune per sostenere chi soffre.