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Dal Cile ad Harlem, street art oltre la dittatura: intervista a El Cekis
Street Art
Nelson Rivas, in arte El Cekis, è un artista visivo nato in Cile e residente a New York. Ha iniziato a dipingere graffiti per le strade di Santiago a metà degli anni ’90, entrando a far parte della prima generazione di graffitari in Cile. Nel 1998 ha aperto il primo negozio di graffiti del Sud America e ha contribuito a diffondere la cultura di strada a Santiago e in tutto il Cile. Nel 2004 si è trasferito a New York e da allora ha lavorato come artista murale, designer e assistente d’artista. Per la nostra serie di collaborazioni artistiche l’abbiamo fotografato e intervistato a Chinatown.
Qual è stato il suo primo incontro con l’arte/la street art?
«Il mio primo incontro con la street art o il muralismo è avvenuto durante l’infanzia, sotto la dittatura. Vivevo nel centro di Santiago e per le strade c’erano sempre murales politici. Alla fine degli anni ’80 ho iniziato a praticare lo skateboard e questo mi ha portato ad andare in giro per la città con i miei amici skater. Ho iniziato a notare tag e graffiti in stile newyorkese che mi hanno spinto a scrivere il mio nome. Dopo il diploma ho iniziato a dipingere per strada più spesso e gradualmente mi sono interessato all’arte e al muralismo».
Cosa l’ha portata a New York?
«La curiosità per l’arte, in particolare per i graffiti e il muralismo. La mia volontà di crescere come artista e come persona, per imparare di più di ciò che mi era stato insegnato prima, mi ha portato qui. New York è sempre stato un luogo che ho voluto sperimentare vivendo qui per un po’ di tempo. Non ho mai pianificato di vivere a lungo in America, ma in qualche modo ho finito per stabilirmi qui».
Cosa rende unico il suo stile?
«Credo che sia il modo in cui riesco a usare il colore, la composizione e la scala. Sono stato influenzato da molti graffitari, dalla storia dell’arte contemporanea e da diversi pittori classici. Il mio lavoro è un mix di espressionismo, fauvismo, graffitismo, arte murale messicana, pittura botanica, skateboard e altro ancora. Mi piace creare immagini che riflettano l’energia e la vita, forse grazie al mio background nei graffiti, ritraendo le mie visioni attraverso l’uso del colore, ispirandomi alla natura e a elementi urbani come le recinzioni che sono state molto importanti nel mio lavoro. Queste recinzioni riflettono idee di sconfinamento, di superamento e anche di sconfitta. Sono stato in molti luoghi grazie alla mia arte murale e ai graffiti e credo che ognuno di questi viaggi abbia ispirato le mie idee nei miei dipinti».
È tornato in Cile e ha dipinto anche lì?
«Sì, cerco di andarci ogni anno per lavoro. Purtroppo quest’anno non sono riuscito ad andarci. Ma ci vado ogni volta che posso. Tutta la mia famiglia vive lì e anche tutti i miei amici e le mie amiche sono lì».
Ha uno studio o lavora solo in strada?
«Ho un appartamento-studio ad Harlem dove vivo e dipingo, non è troppo grande ma posso lavorare comodamente, ma ho anche appena aperto uno studio di serigrafia dove sto lavorando su diverse idee di stampa, ma anche aiutando gli altri, situato a Sunset Park, Brooklyn».
Quali sono le zone di NY che preferisce e perché?
«Amo tutta NYC, ho vissuto, lavorato e guidato quasi ovunque negli ultimi 20 anni. Conosco bene la città, ho vissuto a Brooklyn per oltre 13 anni e quindi la conosco bene. È difficile dire una zona specifica. Amo Sunset Park e Bay Ridge, perché ho vissuto lì, mia figlia è nata lì e ho molti ricordi a cui sono legato. Ma ora amo anche l’Upper West Side, West Harlem e Hamilton Heights, Chinatown LES, il centro di Brooklyn, Corona e Flusing Meadows Park nel Queens. E una delle mie preferite è la spiaggia di Rockaway».