Il suo timbro artistico è ormai noto a tutti, al punto da rendere le sue opere, dislocate un po’ tutto il mondo, facilmente distinguibili. Ma stavolta Ozmo si è letteralmente superato, segnando una nuova “prima volta”, con l’intervento di Street Art appena realizzato a Parigi. Si tratta di The Olympic Ring between Apollo and Daphne, con cui l’artista non ha “soltanto” decorato le facciate di un enorme palazzo, ma ha inglobato l’intero edificio per un’opera monumentale sviluppata su tre dimensioni. Tenendo insieme due immagini di statue di Apollo e Dafne, unendole attraverso un anello olimpico.
Il risultato è letteralmente straordinario. Di quelli che tolgono il fiato ai passanti, come solo la Street Art (di un certo tipo) riesce a fare. Nel caso di Ozmo, va detto, il successo sembra essere ogni volta garantito. Ma ciò che piace constatare, in questo caso, è la ricerca dell’artista che non si è affatto placata; toccando, anzi, un nuovo apice di una già lunga carriera. In occasione del Festival Planète Périphérique, il progetto organizzato dall’associazione Ras e realizzato con il sostegno di Rivp e della Mairie du 20eme, l’artista ha realizzato un intervento artistico sviluppato sulle pareti esterne di un intero palazzo situato nel cuore del quartiere di Python-Duvernois, a Porte de Bagnolet, nel 20° arrondissement di Parigi. Una zona in completa trasformazione della capitale francese. Che, a quanto pare, ha “trasformato” anche l’opera di Ozmo, spingendolo a sperimentare qualcosa di nuovo e di diverso dal solito, per una nuova sfida, che si può senz’altro considerare vinta.
«Il contesto e le caratteristiche formali dell’edificio mi hanno ispirato particolarmente per questo progetto – spiega l’artista – poiché era impossibile pensare di dipingere sulla facciata principale, piena di balconi, finestre e pilastri. Ho quindi cercato di trovare una soluzione che facesse diventare questi elementi parte integrante del soggetto principale: un enorme anello rosso fuoco, attraverso il quale ho ricontestualizzato l’opera Apollo insegue Dafne e Dafne inseguita da Apollo: le statue che i fratelli Nicolas e Guillaume Coustou crearono per il parco del castello di Marly e che dal 1940 sono al Louvre».
Le statue, ideate e disposte in modo da compiere un corsa parallela, sono ora raffigurate sulle estremità del palazzo, una su ciascuna delle pareti laterali cieche, come dirette in direzione opposta. Sono raggiunte e avvolte dal grande anello rosso, sfumato come una scritta al neon, che domina la facciata.
Un’opera rivoluzionaria per Ozmo, non solo in termini di Street Art, ma perché rappresenta un nuovo punto di arrivo e un’evoluzione del suo lavoro di questi anni. «Lavoro sempre legandomi al contesto che deve ospitare le mie opere ma questa volta la vera rivoluzione per me è stata nella morfologia del palazzo, perché per la prima volta ho pensato l’opera in tre dimensioni», spiega ancora l’artista. «Ho quindi pensato alla morfologia dell’edificio e per la prima volta sono riuscito a risolvere un intero palazzo e non ho soltanto dipinto una facciata o due. Ho letteralmente sfondato le tre pareti, riuscendo a dipingere anche una facciata piena di finestre e di terrazzi, mentre le bretelle che cingono il palazzo le ho usate per rappresentare un cerchio che unisce le due statue riprodotte. Ci sono quindi due immagini di due statue unite tra loro da un cerchio che naturalmente catturano l’attenzione, ma mi piace pensare che il vero protagonista sia il cerchio che le unisce».
E in effetti è proprio questo elemento il vero protagonista dell’opera, che si dispiega lungo le due bretelle che uniscono i balconi, che rappresenta un riferimento alla trafficata périférique: la circonvallazione parigina, su cui l‘intervento si affaccia. Ma potrebbe anche essere una risposta alle enormi insegne pubblicitarie poste sul palazzo di fronte. O, volendo, potrebbe rimandare a un fil rouge? Oppure, ancora, potrebbe evocare una pista, un percorso o un’orbita. O rimanere, come nel titolo, l’anello rosso delle Olimpiadi. Qualunque sia la lettura che intende dare all’ultima opera di Ozmo, The Olympic Ring between Apollo and Daphne si offre al passante come un elemento di cortocircuito e armonizzazione: tra le due figure mitologiche, tra le pareti del palazzo, tra l’idea di centro e periferia, e tra la nostra percezione di street art, graffiti e arte antica e contemporanea nel contesto urbano. Quello che è certo, è che anche questa opera, è assolutamente da vedere. Anzi, soprattutto questa. Che rappresenta, come spiegato dallo stesso artista, un nuovo punto di arrivo. O, forse, è soltanto un nuovo inizio.
L’Intervento è stato presentato il 13 aprile durante il vernissage del Festival Planète Périphérique, lo straordinario evento che ha coinvolto circa cento artisti che hanno realizzato installazioni dipinti e interventi nei tremila metri quadrati dei 21 appartamenti. La mostra collettiva sarà visitabile, gratuitamente, fino 7 maggio 2023. Mentre Ozmo, nel frattempo, si è trasferito a Londra dove, da venerdì 14 aprile, è al Dipartimento di Studi Classici del King’s College per una residenza di sette giorni per realizzare un dipinto sulla parete principale dell’Arcade in Bush House, utilizzando le gallerie espositive come studio dal vivo. In questo caso Ozmo produrrà una composizione che incorpora immagini tratte dal canone dell’arte greco-romana.
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Che meraviglia!!’