Rotolando verso sud, in questo terzo appuntamento toscano, inerpicandosi su suggestive strade di campagna delimitate da imponenti filare di cipressi, si arriva a Volterra, nella provincia di Pisa, con poco piĂą di 11mila abitanti e altrettanti turisti. Nella storica Fortezza Medicea, che sovrasta il borgo, Armando Punzo dal 1988 lavora con i detenuti, per fargli riscoprire la bellezza della vita attraverso la cultura.
Dal 30 luglio al 3 agosto è stato possibile entrare nella Casa di Reclusione di Volterra per assistere al primo studio di Naturae, progetto che nasce dall’esigenza di capire la continua ricerca di noi stessi, della natura umana, «delle nostre infinite naturae». Dopo un primo abbandono dei testi di Shakespeare e un avvicinamento al lavoro di Borges, il drammaturgo e regista napoletano riflette su alcuni punti rimasti in sospeso, analizzando la vita come un momento di passaggio, a cui dare senso in un progetto più ampio. Con un primo allestimento ancora in fieri, che per la prima volta si snoda in più spazi del carcere, dal campo di calcio esterno ad alcune celle e ancora la cappella, aumentando la suggestione dietro alla visione degli spettacoli, Punzo festeggia i primi trent’anni di lavoro nella Fortezza. Anni di continue battaglie e costante studio in cui ha costruito un percorso riconosciuto non solo a livello locale, dimostrando come il teatro e il bisogno di cultura possano essere lo stimolo per il cambiamento di un luogo e l’abbattimento di sbarre, fisiche e mentali.
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