Seppur l’estate sia quasi al termine, i festival continuano. Su exibart vi portiamo alla scoperta di alcune delle manifestazioni dedicate allo spettacolo dal vivo più curiose e interessanti sulla scena nazionale (qui le altre puntate). Ha inaugurato il 10 settembre il Festival Fabre, la manifestazione che il Teatro Out Off di Milano dedica alla figura del maestro belga Jan Fabre. Otto appuntamenti con altrettante prime nazionali che fino al 13 ottobre portano nella città meneghina gli spettacoli inediti di uno dei registi più discussi degli ultimi decenni.
Jan Fabre, artista belga e fondatore della compagnia teatrale Troubleyn, è una figura chiave nel teatro contemporaneo internazionale. Dal finire degli anni ’70, il suo lavoro ha rivoluzionato le arti performative. Le sue opere, spesso esibite nei teatri più importanti del mondo, hanno acquisito una crescente rilevanza globale.
La sua inclusione nella serie curata da Simon Shepherd, accanto a figure come Stanislavski, Pina Bausch e Romeo Castellucci, conferma il suo ruolo centrale nella scena teatrale europea. Fabre si distingue per la versatilità delle sue produzioni, che spaziano dai lavori corali agli assoli, cuciti su misura per i suoi “guerrieri della bellezza”, come ama chiamare i suoi interpreti.
Se negli ultimi anni ci ha abituati a vedere lavori di lunghezza importante, come le 24 ore di Mount Olympus o il più recente Peak Mytikas (On the top of Mount Olympus) di “sole” 8 ore, in questo mese di festival vedremo i monologhi, testi nati da “urgenze” in alcuni casi scritti di getto durante la notte, come ha raccontato lo stesso regista. I testi, cuciti addosso ai performer, sono riflessioni poetiche, che toccano i temi della politica e della filosofia, affrontando spesso in chiave mitologica e sublime i problemi sottesi alla società contemporanea.
Come il caso di Simona, the gangster of art, che ha visto in scena l’attrice italiana Irene Urciuoli. Simona è una santa in missione per ristabilire uno dei doveri più puri dell’umanità: difendere il potere della bellezza. Simona ruba L’urlo di Munch e, in un atto di ribellione, lo consuma pezzo dopo pezzo, assaporandolo come un sacramento.
Con abili falsificazioni del dipinto, acquista tutte le scorte di cocaina del mondo, trasformando la polvere bianca in una scultura imponente: una colonna cristallina che si innalza attraverso il tetto del teatro. In cima, Simona diventa una stilita, un’asceta che per scelta – o per purificarsi dai propri mali – decide di andare a vivere sopra una colonna, per urlare un nuovo grido, fatto di delicatezza ritrovata.
Ma non solo spettacoli. In occasione del festival arrivano a Milano anche le Masterclass, per apprendere il metodo Fabre, e il 19 settembre inaugura presso la galleria Gaburro la personale Stella, che vede in esposizione installazioni video, fotografie, disegni e sculture dell’artista.
13-14 settembre Prima Mondiale Io sono un errore, regia Jan Fabre, con Irene Urciuoli
17-18 settembre Prima Mondiale I’m sorry, regia Jan Fabre, con Stella Höttler
20-21 settembre Prima Nazionale Elle était et elle est, même, regia Jan Fabre, con Els Deceukelier
24-25 settembre Prima Nazionale I believe in the legend of love, regia Jan Fabre, con Ivana Jozić
27-28 settembre Simona, the gangster of art, regia Jan Fabre, con Irene Urciuoli
4 e 11 ottobre Prima Nazionale Giornale Notturno, testo di Jan Fabre, con Carolina Migli, al Teatro Visconti in Grazzano Visconti
5-6 e 12-13 ottobre Prima Mondiale Angel of death, regia Lorenzo Loris, con Elena Callegari e Mario Sala
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