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L’estate dei festival, FringeMi 2023: il teatro off invade tutta Milano
Teatro
Inizia l’estate, la stagione dei festival per antonomasia. Su exibart vi portiamo alla scoperta di alcune delle manifestazioni dedicato allo spettacolo dal vivo più curiose sulla scena nazionale, parlandone con direttrici e direttori. Iniziamo con FringeMi, il festival del teatro off che, partito dal quartiere Nolo nel 2019, oggi è pronto a invadere – letteralmente – tutta Milano. Abbiamo incontrato il direttore Davide Verazzani, per farci dire di più sul festival diffuso, la cui quinta edizione si terrà dal 5 all’11 giugno 2023.
Che cos’è FringeMi?
«FringeMi è un festival di arti performative che si svolge in vari quartieri di Milano. Il centro rimane Nolo, dove il festival è nato nel 2019, ma oggi raggiungiamo dieci quartieri. È una manifestazione che si svolge secondo una modalità Fringe, cioè senza una direzione artistica, ma con la creazione del palinsesto attraverso una call aperta a chiunque. Vige la multidisciplinarietà e la multi varietà di generi e spettacoli svolti in luoghi non convenzionali, come pub, palestre, librerie, negozi, biblioteche…».
Quindi il tema dell’edizione 2023?
«Per sua natura un Fringe Festival non ha un tema, come dice lo slogan del Fringe di Edimburgo “Chiunque abbia uno spettacolo e trova un posto dove poterlo fare è benvenuto”. Ovviamente c’è un filtro artistico e organizzativo, che garantisce che ci sia totale varietà di generi, dalla stand up comedy al teatro di prosa, dal teatro per famiglie a quello per bambini. Una volta stabilito il palinsesto si può scegliere un titolo, ma questo non può avvenire prima, perché si perderebbe la libertà che è propria dell’idea di Fringe».
Che rapporto ha FringeMi con il territorio?
«Il rapporto con il territorio è garantito dal modello organizzativo del festival, un unicum nelle arti performative in Italia: ogni porzione di Fringe dislocata in un quartiere è gestita in autonomia, anche dal punto di vista economico, da cittadini o enti che lavorano in quel determinato quartiere, creando così un palinsesto all’interno della zona. Tutto il palinsesto viene coordinato da Bardha Mimòs, l’ente che ha organizzato il primo NoloFringe nel 2019 e che continua a organizzare il programma che si svolge a Nolo, oltre a gestire in maniera centralizzata la comunicazione. Questo per noi è un modo virtuoso per evitare l’effetto della cattedrale nel deserto: per noi è importante dialogare e ascoltare il territorio in cui vogliamo lavorare».
Quali sono gli eventi da non perdere in questa edizione 2023?
«Per esempio nel programma ufficiale al Ghepensi Mi c’è Climb di Duane Forrest che direttamente da Toronto porta il suo storytelling a Milano dopo essere stato ai Fringe di Toronto e di Edimburgo; sempre nel programma ufficiale, Mi manca Van Gogh, il monologo di e con Francesca Astrei allo spazio Polline sotto il passante ferroviario di Villa Pizzone; Cara professoressa di Beppe Casales alla Biblioteca di Baggio, è uno spettacolo che trova spunto dal testo di Don Milani; o ancora Mi chiamo Andrea, faccio fumetti, la storia di Andrea Pazienza di Christian Poli, con Andrea Santonastaso e la regia di Nicola Bonazzi allo Spazio Archivio Negroni.
Nella categoria Extra ci sono per esempio La stanza di Asterlizze all’Hotel Ramada Plaza, un’esperienza immersiva con visore in realtà aumentata per uno spettatore alla volta, che racconta la vicenda di una ragazza dal sud nella Torino delle lotte operaie degli anni Settanta; poi domenica mattina nelle case popolari in via del Turchino ritorna Più su di quaggiù di Andrea Robbiano con le musiche dal vivo di Lorenzo Marcenaro, uno spettacolo che si nutre dei sogni dei partecipanti quindi diverso ogni volta che viene portato in scena; o ancora Robe dell’altro mondo di Carrozzerie Orfeo, che tornano per la seconda volta al Fringe».
La colonna sonora del FringeMi 2023?
«È sempre una canzone dei Beatles, e quest’anno è I am the Walrus perché, oltre a essere un capolavoro, è tante cose insieme. Sembra incomprensibile, quantomeno intraducibile, ma nella sua apparente incomprensibilità è misteriosamente armonica, come speriamo che sia questa quinta edizione del FringeMi».