Le ultime settimane d’estate a settembre sono ricche di festival. Su exibart vi portiamo alla scoperta di alcune delle manifestazioni dedicate allo spettacolo dal vivo più curiose e interessanti sulla scena nazionale, parlandone con direttrici e direttori. Oggi abbiamo intervistato Alessandro Sanmartin ideatore e direttore di CrashTest, il festival che invade la cittadina di Valdagno. Quest’anno dal 7 al 10 settembre.
Che cos’è CrashTest?
«CrashTest è un festival di teatro nato nel 2012 con la volontà di essere non solo un’occasione di scambio e scoperta culturale per il territorio, ma anche una ricerca di reciprocità tra le persone e le arti. Fin dall’inizio ci siamo proposti di esplorare il tempo presente attraverso il teatro e di offrire uno spazio a giovani compagnie e a progetti artistici di qualità. Direi soprattutto che CrashTest è un evento libero, di incontro, di teatro nel senso più profondo del termine in quanto luogo di partecipazione trasversale. I cittadini prendono parte a laboratori con gli artisti e altre realtà del territorio, attività di formazione, incontri, discussioni con scrittori, musicisti e filosofi, performance per la città e altre attività aggiuntive alla visione degli spettacoli in concorso. Tutto questo viene organizzato nella convinzione che l’arte e la cultura siano strumenti fondamentali per riflettere sulla nostra identità e sulla ricerca di senso, interrogandoci sui valori che animano la nostra comunità».
Qual è il rapporto del festival con la città?
«Portare il teatro contemporaneo a Valdagno è stata fin da subito una grande scommessa, in parte perché è un comune periferico, e in parte perché qui non esistevano eventi culturali di questo tipo. Negli anni ci siamo spesi per trovare lo spazio più adatto alla realizzazione del festival, cercando di intercettare i cittadini e coinvolgendoli già a partire dai luoghi che abitualmente frequentavano. Abbiamo portato il pubblico in parchi e palazzetti dello sport, ma lo sforzo organizzativo e di allestimento era notevole. Nel 2020, sicuri di un numeroso seguito di spettatori appassionati, abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo e abbiamo spostato il festival nell’unico teatro di Valdagno, il Super, e da lì è cambiato tutto. La città ormai aspetta i giorni di CrashTest con grande fermento, è diventata una festa collettiva, un momento di comunità».
Qual è il tema dell’edizione 2023?
«Il tema è BLACKOUT. Il buio, con noi da sempre, è ora più che mai definizione del nostro presente. Smarriti in un mondo dove la complessità detta legge, angosciati dal futuro, o dalla sua mancanza, soli, prototipi fallimentari della società della perfezione e del successo. Ci sentiamo immersi in questo buio, possiamo toccarlo, assaporarlo, viverlo. È parte di noi.
Ora è giunto il momento di guardarlo negli occhi. Di sbatterci la faccia contro. Di non considerarlo solamente generatore di mostri e paure, ma luogo dove nascono i sogni, dove la fantasia si esalta. E il teatro si nutre proprio di questa ambiguità. Ecco perché prima di uno spettacolo si spengono sempre le luci: per lasciarci riempire dal buio, nella ricerca di emozioni non illuminate, vere. L’assenza di luce diventa spazio di scoperta, di magia, di mistero e di meraviglia. Senza vedere più nulla, possiamo immaginare tutto. In fondo è proprio tra due bui che accade lo spettacolo, un buio che ci accoglie e uno che ci lascia andare trasformati».
Quali sono gli appuntamenti da non perdere?
«È difficile rispondere a questa domanda, soprattutto quest’anno in cui abbiamo ampliato la proposta. Oltre ai classici spettacoli e laboratori di teatro e danza, quest’anno CrashTest si fa multidisciplinare con più di 30 eventi extra-teatrali, tra cui musica live, cinema, incontri, mostre d’arte e laboratori».
Colonna sonora del Festival?
«Tunnel Vision di Kae Tempest rappresenta al meglio il mood che ci attende a CrashTest 2023».
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