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L’estate dei festival: le cene teatrali di Tovaglia a Quadri, ad Anghiari
Teatro
Entra nel vivo l’estate, la stagione dei festival per antonomasia. Su exibart vi portiamo alla scoperta di alcune delle manifestazioni dedicate allo spettacolo dal vivo più curiose e interessanti sulla scena nazionale, parlandone con direttrici e direttori. Oggi abbiamo intervistato Andrea Merendelli, direttore di Tovaglia a Quadri, la festa che anima il borgo di Anghiari quest’anno dal 10 al 19 agosto.
Cos’è Tovaglia a Quadri?
«Tovaglia a Quadri è una cena teatrale dove le portate si intrecciano drammaturgicamente alla storia, ne sono parte integrante, in una messa in scena che attraverso il cibo prova a rendere più digeribili verità non altrettanto digeribili. Gli atti sono quattro, come le quattro portate che rappresentano lo zoccolo duro della nostra cucina: il crostino toscano, il bringolo al sugo finto – ovvero uno spaghettone con sugo povero – la chianina brasata insieme al chianti e infine cantucci e vinsanto. Le esigenze alimentari di avere un menù vegetariano ci hanno fatto aggiungere vegetali, un primo bianco, crostini senza carne, ma indipendentemente da questo, tutti gli ingredienti sono rigorosamente a chilometro zero, frutto della relazione decennale con i produttori.
Si innesca così un circolo virtuoso dove chi produce e chi consuma si siede insieme a tavola e condivide questo rito. Tra una portata e l’altra gli attori – spesso abitanti del borgo antico di Anghiari – escono da porte e da finestre e agiscono tra loro – alle volte coinvolgendo gli spettatori raccontando e procedendo con la narrazione. Il titolo del festival prende il nome dai famosi panni toscani, le tovaglie sopra le quali si mangia e che vengono tessute da una famosa azienda locale».
Qual è il rapporto del festival con il territorio?
«Anghiari è in un crocevia di regioni: siamo in Toscana, ma vicini a Umbria, Marche, Emilia Romagna quindi viviamo di contaminazioni. Il rapporto fra Tovaglia a Quadri e il suo territorio è strettissimo: sia con i suoi abitanti, ma soprattutto con quelle storie che anno dopo anno riscopriamo e le portiamo in scena, provando di elevare le tematiche locali a universali, così anche chi non conosce toponimi, nomi e risvolti geografici riesce a collocare la storia in un ambito più ampio».
Qual è il tema dell’edizione 2023?
«Il tema nasce dall’osservazione della realtà che ci circonda. I nostri maestri ispiratori sono i Clash che scrivevano le loro canzoni a partire dall’osservazione della realtà. Allo stesso modo noi osserviamo la realtà che ci circonda e la descriviamo in base alle criticità che emergono. Nella messa in scena aggiungiamo poi tasselli e inserti storici per far sì che le storie locali si confrontino con tematiche e urgenze che sono anche nazionali e universali. Il tema 2023 è il calo demografico: siamo nella zona d’Italia con il più basso numero di nuove nascite e parleremo di questo triste primato. Lo spettacolo si chiama proprio Gravidansia».
Quali sono gli appuntamenti da non perdere?
«Per la prima volta, il 19 agosto durante l’ultima sera di festival, faremo un collegamento diretto con La Plata, la città argentina gemellata con Anghiari. Qualche anno fa insieme al regista argentino Fernando Solanas abbiamo lavorato a un documentario sull’immigrazione Toscana in Argentina. Un collegamento durante il festival è la possibilità di condividere un pezzo di storia, tra cui quella del chirurgo René Gerónimo Favaloro, nato a La Plata ma di origini toscano-sicialiane, e diventato famoso per aver inventato il bypass coronarico salvando milioni di vite in tutto il mondo. L’ultima serata di festival sarà quindi un ponte tra l’emisfero nord e l’emisfero sud, cenando con le stesse pietanze e sulle stesse tovaglie».
Con quale canzone possiamo venire ad ascoltare il Festival?
«Ne suggerirei due: Figli delle stelle di Alan Sorrenti, perfetta per il tema di Gravidansia. Ma se dovessimo scegliere un canto popolare io canterei una canzone, magari una ninna nanna, di Dodi Moscati o di una delle grandi voci femminili del canto di protesta toscano».
Interessante conoscere queste realtà spesso nascoste> Grazie e saluti